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La circoncisione protegge dall’ HIV?

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.04.2013

La circoncisione altera drasticamente il microbioma del pene. Potrebbe essere questa la causa per cui la circoncisione è connessa con la protezione contro l’HIV e altre infezioni virali.

In uno studio pubblicato sulla rivista Mbio, i ricercatori hanno studiato gli effetti della circoncisione sui tipi di batteri che vivono sotto il prepuzio, prima e dopo la circoncisione. Dopo un anno la carica batterica totale in quella zona era scesa in modo significativo e la prevalenza di batteri anaerobici, che prosperano in ambienti con ossigeno limitato, era diminuita, mentre il numero di alcuni batteri aerobi era leggermente aumentato.

HIV

L’autore Lance Price, del Translational Genomics Research Institute (TGen) di Flagstaff, in Arizona e della George Washington University di Washington ha spiegato: “Dal punto di vista ecologico, è come rimuovere una roccia e vedere il cambiamento dell’ecosistema. Si rimuove il prepuzio e si aumenta la quantità di ossigeno, diminuendo l’umidità. Cambiamo l’ecosistema”.

Studi controllati randomizzati dimostrano che la circoncisione riduce il rischio di infezione da HIV negli uomini del 50-60% e riduce il rischio di infezione da papillomavirus umano e herpes simplex di tipo 2, ma la biologia dietro a questi effetti positivi non è ancora chiara. Potrebbe essere che l’anatomia del pene circonciso aiuti a prevenire l’infezione, o potrebbe essere che i cambiamenti nel microbioma generino una protezione, o una combinazione dei due fattori.

Utilizzando campioni di tamponi da uno studio di grandi dimensioni di circoncisi in Uganda, Price e i suoi colleghi hanno deciso di determinare se la circoncisione altera in modo significativo la comunità microbica del pene. Utilizzando una tecnica chiamata qPCR, i ricercatori hanno confrontato i campioni di uomini non circoncisi con campioni provenienti da uomini circoncisi che sono stati prelevati sia prima della procedura che un anno più tardi.

“C’è stato un cambiamento significativo nel microbioma del pene a seguito della circoncisione”, ha spiegato Price. All’inizio, il microbiota di entrambi i gruppi di uomini erano comparabili. Un anno dopo la carica batterica in tutti gli uomini era scesa un po’, ma negli uomini circoncisi il calo è stato significativamente maggiore rispetto ai non circoncisi.

“Dal punto di vista della salute pubblica i risultati sono davvero interessanti perché alcuni degli organismi che diminuiscono potrebbero causare l’infiammazione,” dice Price. “Siamo abituati a pensareche un malfunzionamento del microbioma intestinale possa rendere una persona più suscettibile ad un’infezione. Ora pensiamo che questo disturbo nel microbioma del pene potrebbe essere una buona cosa. Potrebbe avere un effetto positivo”, ha spiegato Price.

Il ruolo che il microbioma del pene potrebbe svolgere in fase di infezione da HIV non è ancora noto, ma gli studi suggeriscono che i batteri genitali possono influenzare in modo sensibile il pene e la trasmissione sessuale delle infezioni virali. Negli uomini non circoncisi, elevati carichi batterici possono attivare le cellule del prepuzio chiamate cellule di Langerhans, impedendo loro di svolgere il proprio ruolo normale per difendersi dai virus. Invece, queste cellule di Langerhans attivate tradiscono il corpo, legandosi e consegnando le particelle di HIV alle cellule-T, dove possono far proliferare un’infezione. Una diminuzione del numero di batteri sul pene potrebbe evitare che tali cellule di Langerhans caschino nel tranello del virus.

Price e i suoi colleghi hanno ora intenzione di affrontare la questione se il microbioma del pene influisca sulla trasmissione dell’HIV attraverso lo studio di possibili legami tra i cambiamenti nel microbioma e le risposte delle citochine, i meccanismi che possono attivare il sistema immunitario di segnalazione.

Per Price questo studio ha implicazioni che trascendono la circoncisione. Comprendere i cambiamenti nel microbioma conseguenti all’operazione chirurgica potrebbe portare ad interventi che non richiedono un intervento chirurgico. “Il lavoro che stiamo facendo, rivelando i meccanismi biologici sottostanti, potrebbe rivelare alternative alla circoncisione che avrebbero lo stesso impatto biologico”, ha concluso.

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  • Lucius Iunius Brutus scrive:

    Già leggendo tutto l’articolo, si capisce che il titolo è completamente falso e furviante. Ma la storia dura da molto. Oltre ai musulmani ed agli ebrei, che mutilano i bambini maschi per credenze religiose, nel mondo anglosassone la mutilazione fu introdotta nel 1800 in base alla credenza, diffusa dal Kellog, che la masturbazione dei ragazzi fosse causa di ogni male, dalla tubercolosi all’epilessia. In Inghilterra è quasi scomparsa, resiste negli USA, ma in forte calo. Da qui sono cominciate campagne di ogni tipo, con studi improbabili, che evitano di evidenziare come il paese occidentale con il più alto numero di maschi circoncisi, sia anche quello con il più alto numero di soggetti infettati dal virus dello AIDS. Poi ci si è messo anche Barak, sostenendo la mutilazione. Nessuno dice che l’affare circoncisione, le cliniche, i medici, l’industria che produce gli apparecchi per praticarla ecc. creano un giro d’affari da UN MILIARDO di dollari all’anno. Io mi limito ad affermare che nessuna mucosa è esterna nel corpo umano e che se l’evoluzione ha fatto l’uomo come è, vuol dire che meglio non si poteva fare. Acqua e sapone bastano e avanzano, tranne sfrenatezza sessuale, con l’illusione che ai circoncisi non succeda nulla. Insomma le fumigazioni contro la peste nera. Sempre per soldi, si intende.