Gaianews

Morbo di Alzheimer, proteine dannose si trasmettono da neurone a neurone

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.06.2012

NeuroniLa diffusione inesorabile del morbo di Alzheimer attraverso il cervello segue i percorsi neurali per distruggere inesorabilmente le cellule del nostro sistema nervoso centrale. La scoperta giunge da ricercatori dell’Università di Linköping in Svezia, che per la prima volta hanno dimostrato che le proteine tossiche vengono trasferite da neurone a neurone.

Attraverso esperimenti su neuroni colorati, il team di ricerca – sotto la guida di Martin Hallbeck, professore associato di Anatomia Patologica – è stato in grado di descrivere il processo in cui i neuroni vengono invasi da proteine tossiche che vengono poi trasmesse alle cellule vicine.

“La diffusione del morbo di Alzheimer, che può essere osservato nel cervello dei pazienti malati, segue sempre lo stesso schema. Ma fino ad ora non avevamo ancora capito come e perché”, ha detto Hallbeck, che assieme al suo gruppo di ricerca ha pubblicato il loro risultati nel Journal of Neuroscience.

La malattia inizia nella corteccia entorinale – una parte della corteccia cerebrale, e poi si diffonde l’ippocampo. Entrambe queste aree sono importanti per la memoria. A poco a poco, i cambiamenti patologici si allargano ad ulteriori zone del cervello, mentre la salute del paziente peggiora inesorabilmente.

Due sono le proteine identificate per essere la causa dei danni ai neuroni nel morbo di Alzheimer: la beta amiloide e la tau. Normalmente la proteina tau si trova negli assoni – i collegamenti tra i neuroni – ed hanno una funzione di stabilizzazione, mentre la beta amiloide sembra avere un ruolo nelle sinapsi, con cui i neuroni trasferiscono i segnali. Ma nei pazienti con Alzheimer, succede qualcosa di strano con queste proteine; l’autopsia rivela infatti accumuli anormali di entrambe le proteine.

Il motivo è tuttora sconosciuto, ma ciò che è noto è che non sono gli accumuli di grandi dimensioni, o le placche, a danneggiare i neuroni. Piuttosto sono i piccoli gruppi di beta-amiloide detti oligomeri che diventano “tossici” e a poco a poco distruggono i neuroni e causano il restringimento del cervello.

“Abbiamo voluto verificare se questi oligomeri potevano diffondersi da neurone a neurone”, ha detto Hallbeck.

Lo studio è stato effettuato su colture di neuroni in vitro. I ricercatori hanno iniettato oligomeri macchiati da una sostanza fosforescente rossa denominata TMR utilizzando un ago molto sottile. Il giorno successivo, i neuroni che erano collegati a quelli malati erano anch’essi rossi, e questo dimostra che gli oligomeri possono diffondersi attraverso le connessioni neurali.

Per verificare se un neurone malato può “infettare” gli altri, i ricercatori hanno condotto altri esperimenti con neuroni umani colorati di verde e mescolati ad altri rossi a causa dell’infezione da oligomeri. Dopo un giorno, circa la metà delle cellule verdi erano entrati in contatto con alcuni dei rossi. Dopo altri due giorni, gli assoni avevano perso la loro forma e gli organelli nel nucleo della cellula avevano iniziato a cambiare.

“A poco a poco sempre più cellule verdi si sono ammalate. Quelle che non avevano assorbito gli oligomeri non sono state colpite”, ha concluso Hallbeck.

Lo studio è un importante passo avanti nella comprensione del morbo di Alzheimer e del suo avanzamento. Se si trovasse un modo per fermare il trasferimento degli oligomeri, si potrebbe almeno interrompere o ritardare la progressione della terribile malattia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA