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Ozono in Europa: livelli più bassi dal 1997, ma salute ancora a rischio

"I link che sono stati trovati tra inquinamento atmosferico e salute umana rafforzano le motivazioni per rendere la nostra politica più incisiva:la revisione della politica della qualità dell'aria sarà un contributo essenziale nel 2013", Janez Potočnik

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 01.02.2013

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha rilasciato il rapporto sul monitoraggio dell’ozono nell’aria delle città europee, nel’estate del 2012. Anche se i valori sono i più bassi mai registrati dal 1997, sono ancora la di sopra della soglia di sicurezza per la salute. Le aree più inquinate, come già successo in passato, sono quelle del Mediterraneo.

inquinamento

L’ozono è un inquinante che può causare problemi di salute, ma anche danneggiare i raccolti e più in generale l’ambiente. E’ recente la presentazione di un rapporto dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità relativo agli effetti dell’ozono sulla salute umana. Si legge nel comunicato: “L’esposizione prolungata alle particelle sottili (PM2.5) può scatenare l’arteriosclerosi, creare problemi alla nascita e malattie respiratorie nei bambini. REVIHAAP – la “Rassegna delle prove sugli aspetti sanitari dell’inquinamento atmosferico” – suggerisce anche un possibile collegamento con lo sviluppo neurologico, le funzioni cognitive e il diabete, e rafforza il nesso di causalità tra PM 2.5 e morti cardiovascolari e respiratorie. La ricerca è stata effettuata su richiesta della Commissione europea, nel quadro della revisione 2013 della politica dell’aria dell’Unione europea.”

Infatti il commissario europeo per l’Ambiente Janez Potočnik, ha dichiarato: “La politica sull’ aria deve essere basata sulla scienza più recente. È per questo che ho chiesto all’OMS di intraprendere questa ricerca. I link che sono stati trovati tra inquinamento atmosferico e salute umana rafforzano le motivazioni per rendere la nostra politica più incisiva:la revisione della politica della qualità dell’aria sarà un contributo essenziale nel 2013 “.

Dunque nell’estate del 2012 i picchi di inquinamento da ozono sono stati di meno e i livelli di inquinamento in generale più bassi, ma nessuno dei paesi membri, tranne l’Estonia, ha raggiunto i livelli necessari per non danneggiare la salute dei cittadini europei.

I livelli di ozono, che dipendono dalla presenza di inquinanti, sono definiti anche dalla presenza del sole e dalla temperatura. Riguardano sicuramente la zona in cui vengono rilevati, ma siccome vengono dispersi dal vento, il problema deve essere inteso su aree più grandi.
I dati della ricerca provengono dai prelievi e le analisi fatte su 2107 siti di monitoraggio.

Le stazioni di monitoraggio segnalano quando la “soglia di informazione” viene superata. Si tratta di un’ora di concentrazione di ozono media di 180 μg/m3. Durante l’estate 2012, la soglia è stata superata in circa il 28% di tutte le stazioni operative, una delle percentuali più basse dal 1997.
La ‘soglia di allarme’, un’ora di concentrazione di ozono media di 240 μg/m3 è stato superato in 25 occasioni – il numero più basso mai registrato. Ciò è avvenuto solo in sette Stati membri dell’UE (Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna).
Come negli anni precedenti, la LTO (l’obiettivo a lungo temine) per la protezione della salute umana (massimo giornaliero di otto ore di concentrazione media di 120 ug/m3) è stato superato in tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione dell’ Estonia. Questo livello è stato superato almeno una volta in circa l’85% di tutte le stazioni operative.
L’UE ha anche un obiettivo per la protezione della salute umana, affermando che il LTO non deve essere superato per più di 25 giorni all’anno. Tale soglia è stata superata in 17 Stati membri dell’Unione europea (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna) e in altri cinque paesi che presentano i dati ai fini del SEE (Albania, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Serbia e Svizzera). Come negli anni precedenti, le concentrazioni più diffuse si sono verificate nell’area del Mediterraneo.

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