Gli scienziati hanno creato una nuova molecola dalla curcumina, un componente chimico della curcuma, spezia color oro che si usa comunemente nella cucina indiana, del Sud-Est asiatico e del Medio Oriente. Lo studio ha trovato negli esperimenti di laboratorio che la curcumina attiva i meccanismi che proteggono e aiutano la rigenerazione delle cellule cerebrali dopo un ictus. Paul A. Lapchak, direttore di Ricerca Traslazionale presso il Dipartimento di Neurologia al Cedars-Sinai Medical Center, ha presentato questi risultati alla American Heart Association International Stroke Conference di Los Angeles il 9 febbraio.
Esiste un farmaco attualmente approvato per il trattamento dell’ictus ischemico, che si verifica quando un coagulo blocca il flusso di sangue al cervello. Questo attivatore tissutale del plasminogeno (tPA) è iniettato per via endovenosa per dissolvere i coaguli e ripristinare il flusso sanguigno. Se il sangue e l’ossigeno vengono ripristinati per tempo, le conseguenze dell’interruzione di afflusso di sangue, come danni al linguaggio, alla memoria, al movimento e altri problemi, possono essere ridotti.
Il nuovo composto a base di curcumina non attacca la formazione di coaguli, ma invece è attivo nella riparazione dei danni a livello molecolare, supportando l’importantissima attività delle cellule cerebrali, i neuroni.
Il potenziale della curcumina è stato studiato per il trattamento di lesioni cerebrali e malattie mentali, ma mentre la sostanza stessa sembra essere molto promettente, presenta alcuni inconvenienti, soprattutto come trattamento di emergenza, che dovrebbe essere veloce per essere efficace. Infatti la curcumina non è ben assorbita nel corpo e non riesce a raggiungere il suo obiettivo in alte concentrazioni, esaurendosi rapidamente, e il suo ingresso nel cervello viene bloccato da un meccanismo naturale di protezione chiamato barriera emato-encefalica.
“CNB-001 – il nuovo principio attivo, ndr. – ha molti dei benefici della curcumina, ma sembra essere una scelta migliore in casi come l’ictus acuto, perché attraversa la barriera emato-encefalica, ed è rapidamente distribuito nel cervello, moderando vari meccanismi critici coinvolti nella sopravvivenza neuronale,” ha detto Lapchak, aggiungendo che lui e i suoi colleghi sperano che il nuovo farmaco riesca a passare alla fase di sperimentazione clinica umana al più presto.
Quando il tessuto cerebrale è privo di sangue e di ossigeno, una serie a catena di eventi interconnessi scattano a livello molecolare, rompendo le normali “vie di segnalazione” elettriche e chimiche, responsabili di nutrire e sostenere i neuroni. L’ambiente diventa rapidamente tossico, uccidendo le cellule del cervello e distruggendo le loro strutture di sostegno.
Teoricamente, interrompendo questi eventi dannosi e ripristinando le funzioni normalisi potrebbe prevenire la morte cellulare ed i deficit di memoria e comportamentali, ma ci vorrà un cocktail di farmaci oppure un farmaco in grado di agire su molti meccanismi per correggere i tanti meccanismi danneggiati da un ictus, ha detto Lapchak. Il nuovo farmaco CNB-001 protegge le cellule cerebrali dai danni andando ad agire su diversi di questi meccanismi.
Coloro che amano la cucina indiana, thailandese, malese e piatti persiani conoscono bene la curcuma per il suo sapore sapido, il colore caratteristico che dà al curry e per la ricchezza cromatica che conferisce al cibo. La curcuma ha anche una lunga storia di utilizzo nell’ayurveda (la medicina tradizionale indiana) e nella medicina tradizionale cinese. La curcumina è contenuta nelle radici della pianta di Curcuma longa, essiccate e polverizzate. Da molto tempo è anche un principio attivo studiato dagli scienziati per le sue proprietà curative.