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Le giovani sieropositive hanno compor- tamenti non protetti e gravidanze difficili

Scritto da Federica di Leonardo il 02.02.2011
Virus HIV che attacca un Linfocita al microscopio elettronico - fonte Wikipedia

Virus HIV che attacca un Linfocita al microscopio elettronico - fonte Wikipedia

Le adolescenti e le giovani donne infette da HIV che rimanono  incinte  soffrono di complicazioni durante la gravidanza  più spesso rispetto alle loro coetanee che non hanno contratto il virus, secondo una nuova ricerca condotta dai ricercatori dell’Università John Hopkins.

Una relazione sullo studio multicentrico, basato su un’analisi dei registri di 181 pazienti con HIV, di età compresa fra i 13  e i 24 anni, trattati presso quattro ospedali in più di 12 anni, sarà pubblicato nel numero di febbraio del Journal of American Medical Association.

I risultati sono allarmanti per almeno due ragioni, dicono i ricercatori. In primo luogo, le gravidanze delle adolescenti, programmate o no, mettono queste pazienti già vulnerabili ed i loro feti in grave pericolo di complicanze. In secondo luogo, il segnale preoccupante è che le adolescenti e le giovani donne affette da HIV continuano a praticare comportamenti sessuali non sicuri e ad avere rapporti sessuali non protetti, dicono i ricercatori.

I tassi di gravidanza sono stati particolarmente elevati in un sottogruppo di giovani adolescenti affette da HIV,  che hanno contratto il virus a causa di comportamenti non protetti, piuttosto che durante il parto. Queste ragazze hanno avuto un numero di gravidanze cinque volte più alto rispetto alle loro omologhe che risultano negative al virus dell’ HIV. Inoltre sono state più inclini a parti prematuri e aborti spontanei rispetto alle loro coetanee.

A causa della sua natura retrospettiva, lo studio non raccoglie il dato sulla causa della gravidanza. La risposta a questa domanda, dicono i ricercatori, avrebbe fornito informazioni cruciali per la consulenza di una futura gravidanza e gli sforzi per ridurre i rischi.

“La nostra analisi ha rivelato un problema. Ora abbiamo bisogno di capire quali siano le cause del problema e ciò che noi possiamo fare in termini di consigli e cure per  queste ragazze e donne”, afferma il capo ricercatore Allison Agwu,  un pediatria specialista in malattie infettive presso il Centro Johns Hopkins Children’s.

Tutti i pazienti con infezione da HIV dovrebbero essere informati sul rischio di gravidanza, compreso il rischio di trasmissione dell’HIV ai loro partner durante i tentativi di rimanere incinta e ai loro bambini durante la gravidanza stessa, dicono i ricercatori. Pertanto, i medici che curano i giovani affetti da HIV dovrebbeo promuovere una regolare e onesta discussione su questi rischi, dicono.

Più di un terzo (66) delle 181 pazienti arruolate nello studio è rimasta incinta, alcuni di loro hanno avuto più di una gravidanza per un totale di 96 gravidanze. Le nascite premature sono risultate più comuni tra le madri con infezione da HIV (34 per cento), rispetto alle mamme nella popolazione generale (22 per cento), come ci sono stati aborti spontanei, il 14 per cento fra le mamme con infezione da HIV rispetto al 9 per cento tra le donne in gravidanza nella popolazione generale.

Ventotto delle 130 ragazze adolescenti e delle donne infettate alla nascita è rimasta incinta rispetto alle 38 di quelle 51 che sono stati infettate a causa di comportamenti non sicuri. Il tasso di gravidanza di queste pazienti è stato sette volte superiore al tasso di quelle infettate alla nascita. Queste pazienti  tendevano ad avere gravidanze ripetute più spesso – il 37 per cento di loro aveva più di una gravidanza – rispetto alle loro omologhe infette alla nascita, di cui il 14 per cento è rimasta incinta di più di una volta.

Quelle infettate alla nascita hanno quattro volte la probabilità di scegliere di interrompere la gravidanza – il 41 per cento di loro lo ha fatto – rispetto a coloro che hanno contratto l’HIV nel corso della vita, il 10 per cento dei quali ha interrotto la gravidanza.

Nonostante il piccolo numero di pazienti coinvolti nello studio, i ricercatori dicono che la loro analisi mostra differenze interessanti tra i giovani con l’HIV, a seconda della modalità del contagio.

“I nostri risultati suggeriscono che gli adolescenti che hanno contratto  l’HIV nel corso della vita possono impegnarsi in comportamenti sessuali diversi da coloro che sono stati infettati alla nascita. Un’ulteriore analisi di queste differenze ci aiuterà a trovare i modi per evitare gravidanze indesiderate ed evitare complicanze in quelle programmate”, ha dichiarato il ricercatore Kelly Gebo,  specialista in malattie infettive all’università Johns Hopkins.

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