Gaianews

Malaria: nuovo metodo di diagnosi tramite campi magnetici

La tecnica di rilassometria a risonanza magnetica (MRR) rileva il parassita della malaria nel sangue dei pazienti infetti

Scritto da Elisa Corbi il 01.09.2014

Un team di ricerca del Singapore-MIT Alliance for Research and Technology (SMART) ha messo a punto una una possibile alternativa per diagnosticare la malaria. I ricercatori hanno ideato un metodo per utilizzare la tecnica  di rilassometria a risonanza magnetica (MRR), parente stretta della risonanza magnetica (MRI), per rilevare il parassita nel sangue dei pazienti infetti. Un approccio che potrebbe offrire un modo più affidabile per rilevare la malattia, commenta Jongyoon Han, professore di ingegneria elettrica e ingegneria biologica presso MIT. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine.

app contro la malaria

“Il sistema presenta un grande potenziale, soprattutto perché non è necessario alcun tipo di colorante. Si basa su un biomarcatore naturale che non richiede alcun trattamento biochimico di campioni”, afferma Han.

Nel corso degli ultimi decenni, le tecniche di diagnosi per la malaria non sono avanzate di molto. Dopo aver preso un campione di sangue da un paziente, un tecnico striscia il sangue su un vetrino con un colorante speciale, e osserva tramite microscopio possibili tracce del parassita Plasmodium, causa della malattia. Questo approccio fornisce un conteggio accurato di quanti sono parassiti nel sangue, ma non è l’ideale perché esiste un’alta possibilità di errore umano.

Con la tecnica tradizionale di striscio si colora il sangue con un reagente che tinge i nuclei cellulari. I globuli rossi non hanno nuclei, e quelli che compaiono si presume dunque che appartengano al parassita. Tuttavia, la tecnologia e le competenze necessarie per identificare la malaria non sono sempre disponibili nei Paesi più colpiti  e i tecnici spesso non sono d’accordo nelle loro interpretazioni.

Questo nuovo sistema  rileva un prodotto di scarto parassitario chiamato emozoina. I parassiti infettano i globuli rossi e si nutrono dell’emoglobina. Quando l’emoglobina si rompe, rilascia il ferro, che può essere tossico, così il parassita converte il ferro in emozoina.

Per questo studio, i ricercatori hanno utilizzato un magnete da 0,5 tesla, molto meno costoso dei magneti a 2 o 3 tesla tipicamente richiesti nell’MRI. L’attuale dispositivo è abbastanza piccolo da stare su un tavolo, ma il team sta lavorando anche su una versione portatile della dimensione di una piccola tavoletta elettronica.

Dopo aver preso un campione di sangue l’analisi richiede meno di un minuto. Sono necessari solo  10 microlitri di sangue, che possono essere ottenuti con una puntura sul dito, rendendo la procedura minimamente invasiva e molto più semplice rispetto ad un prelievo per via endovenosa.

“Questo sistema può essere costruito ad un costo molto basso, rispetto alle macchine MRI, che costano milioni di dollari, utilizzate in ospedale”, dice Weng Kung Peng, coautore dello studio. “Inoltre, dal momento che questa tecnica non si basa su costosi reagenti chimici, siamo in grado di ottenere ogni test diagnostico a meno di 10 centesimi”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA