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Positivi i primi test del pancreas bionico per controllare il diabete

Un pancreas bionico che rilascia insulina e glucagone ha dato ottimi risultati alle prime sperimentazioni su pazienti con diabete di tipo 1

Scritto da Elisa Corbi il 16.06.2014

Un pancreas bionico, sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Boston e del Massachusetts General Hospital, è stato testato con successo in due studi clinici, della durata di cinque giorni, condotti su adulti e adolescenti. Il dispositivo controlla lo zucchero nel sangue nei pazienti con diabete di tipo 1. Dotato di un minuscolo sensore che controlla la glicemia h24, proprio come un pancreas vero, al bisogno rilascia insulina o l’ormone antagonista, il glucagone. Lo studio è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine ed è stato presentato nei giorni scorsi al meeting dell’American Diabetes Association a San Francisco.

Pancreas bionico

Crediti: Boston University Department of Biomedical Engineering

“In entrambi gli studi questo dispositivo ha di gran lunga superato le nostre aspettative in termini di capacità di regolare il glucosio, prevenire l’ipoglicemia e adattarsi automaticamente alle differenti esigenze di adulti e adolescenti, che necessitano di maggiore dosi di insulina”, spiega Edward Damiano ricercatore della Università di Boston e autore senior del rapporto.

Secondo i risultati della ricerca il pancreas artificiale batte per efficacia e precisione i sistemi manuali di somministrazione insulinica finora in uso. Oggi infatti si fa affidamento su misuratori di glicemia e su sistemi per somministrarsi l’insulina quando è necessario. Ma tali sistemi, specie se il paziente è un bambino e va seguito da un adulto, non sono sempre precisi e il rischio di incorrere in ipoglicemie e iperglicemie che alla lunga possono dare complicanze oculari o renali è molto alto.

“Una delle virtù principali di questo dispositivo è la possibilità di iniziare a controllare la glicemia immediatamente, basandosi solo sul peso del paziente, e di adattare continuamente le sue decisioni per quanto riguarda il dosaggio e la gestione dell’insulina e del glucagone”, aggiunge Firas El-Khatib, co-progettatore del dispositivo.

Damiano, al cui figlio di 15 anni è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 all’età di 11 mesi, spiega che cosa potrebbe significare per i pazienti avere un dispositivo come questo. “A fare la differenza, grazie al pancreas bionico, è il fatto di non dover pensare al diabete 24 ore su 24. E si limiterebbe anche la paura di andare a letto la sera non sapendo se il livello di zuccheri nel sangue scenderà pericolosamente mentre si dorme”.
Attualmente sono già in corso dei trial di follow up che valuteranno il dispositivo per 11 giorni su un ampio gruppo di adulti e su bambini da 6 a 11 anni.

Il dispositivo viene seguito e regolato grazie ad uno smartphone

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