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Primo bimbo “progettato” come cura in Francia, staminali serviranno alla sorellina

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 09.02.2011

NeonatoE’ nato un maschietto sano in Francia, ma i suoi genitori sono felici per due ragioni. Il piccolo Umut-Talha, nato il 26 gennaio presso l’ospedale Antoine Beclere a Clamart, non è solo un bambino in buona salute, del peso di 3 chili e 600 grammi. Il suo arrivo nel mondo dovrebbe anche aiutare a guarire la sorella maggiore affetta da una grave malattia, hanno annunciato i professori René Frydman e Arnold Munnich.

In base alla legge francese sulla bioetica, in vigore dal 2004, i genitori di Umut-Talha (“la nostra speranza” in turco), i cui due figli precedenti sono affetti da una malattia del sangue, la beta-talassemia, hanno potuto decidere di progettare un “bambino farmaco”. Per questo, essi hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro, con una doppia diagnosi preimpianto dell’embrione per mantenerlo sano e geneticamente compatibile con i suoi fratellini malati.

Prezioso cordone ombelicale

I medici sono stati in grado di garantire che il nascituro non avesse la malattia scritta nel genoma dei suoi genitori e, inoltre, che avesse il DNA compatibile con la sorellina in cura. Alla nascita, il cordone ombelicale che collegava Umut-Talha a sua madre, ricco di cellule staminali, è stato raccolto e conservato. Le cellule staminali, che danno origine a cellule del sangue, saranno conservate per un trapianto successivo alla sorella.

Questa pratica, la prima in Francia, è molto rara nel mondo. Gli Stati Uniti stanno usando la stessa tecnica da ormai un decennio. Essa è soggetta, in Francia, all’approvazione dell’Agenzia di biomedicina, che rilascia le autorizzazioni caso per caso. Secondo il professor René Frydman, che ha già fatto nascere il primo bambino francese in provetta nel 1982, all’ospedale di Clamart ha una dozzina di coppie che vogliono affrontare questo approccio terapeutico. Progetti “che potrebbero andare in porto nei prossimi due anni”, ha detto a Le Parisien.

Le polemiche

Anche se salutato con favore a livello tecnico, la nascita di questo bambino solleva questioni etiche in campo medico, politico e religioso. Il presidente del partito cristiano-democratico Christine Boutin ha denunciato martedì una “strumentalizzazione della persona concepita semplicemente come un servizio da utilizzare.” Della stessa idea, il Cardinale André Vingt-Trois, presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia, si è detto “fortemente contrario” a questa tecnica, perché significa che “useranno qualcuno invece che aiutare qualcun altro”.

Il professor Frydman contesta tuttavia l’aspetto utilitaristico che suggerisce il termine “progettista di bambini”. Intervistato da RTL, ha spiegato che i genitori di Umut-Thalat volevano principalmente allargare la loro famiglia, e quindi è stato possibile provare la tecnica. “Dopo la fecondazione in vitro, abbiamo avuto due embrioni, uno compatibile ed uno no. Che fare? La coppia ha poi chiesto che i due embrioni venissero trasferiti perché volevano un altro bambino.” Per fortuna solo l’embrione compatibile si è poi sviluppato nel grembo materno.

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