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Ricercatori proiettano caratteri Braille nell’occhio di un non vedente

Il dispositivo è costituito da una piccola telecamera montata su un paio di occhiali, un processore che genera la stimolazione elettrica e un microchip con elettrodi impiantati direttamente sulla retina

Scritto da Camilla Di Barbora il 24.11.2012

Impianto retinico, retinaGrazie a un dispositivo oculare neuroprotesico, per la prima volta i ricercatori hanno trasferito caratteri Braille direttamente nella retina di un paziente cieco, permettendogli di leggere parole di quattro lettere con buona precisione e rapidità. Il dispositivo impiegato, chiamato Argus II, è costituito da una piccola telecamera montata su un paio di occhiali, un processore portatile che traduce il segnale dalla fotocamera in stimolazione elettrica, e un microchip con elettrodi impiantati direttamente sulla retina. Lo studio, realizzato da ricercatori della Second Sight Medical Products, la società californiana che ha sviluppato il dispositivo, è stato pubblicato in Frontiers in Neuroprosthetics il 21 novembre 2012.

“In questo test clinico condotto su un singolo paziente cieco, abbiamo bypassato la fotocamera e abbiamo stimolato direttamente la retina. Invece di “sentire” il Braille – il sistema di scrittura e lettura in rilievo per non vedenti ed ipovedenti costituito da simboli formati da un massimo di sei punti – sulla punta delle dita, il paziente ha potuto “vedere” i caratteri e quindi leggere le singole lettere in meno di un secondo, con una precisione vicina all’89%”, spiega il ricercatore Thomas Lauritzen, autore principale dello studio. In pratica, i ricercatori hanno proiettato le parole in Braille nell’occhio del non vedente attraverso la retina artificiale senza usare la microtelecamera. Il paziente è stato così in grado di leggere i caratteri Braille senza la necessità di toccare i puntini che li compongono, identificando correttamente l’89% delle singole lettere, l’80% delle parole formate da 2 lettere, il 60% di quelle da 3, e il 70% di quelle da 4.

Il dispositivo Argus è una protesi retinica artificiale capace di restituire la vista agli individui che l’hanno persa a causa della degenerazione dei fotorecettori della retina. È composto da una matrice di minuscoli elettrodi collegati alla retina in grado di captare immagini grazie a una microtelecamera montata su un paio di occhiali speciali, un computer indossabile che elabora le immagini esterne e le invia a un’antenna montata dietro l’orecchio in grado di comunicare con gli elettrodi, che a loro volta trasmettono segnali in grado di stimolare i nervi ottici, responsabili del flusso delle immagini dagli occhi al cervello.

Secondo Silvestro Micera del Centro di neuroprotesica dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne e revisore scientifico dell’articolo, “questo studio è un abbozzo di ricerca che sottolinea l’importanza di portare avanti la sperimentazione clinica sui nuovi dispositivi neuroprotesici al fine di migliorare la tecnologia e l’innovazione di queste soluzioni”. L’impianto Argus II può ripristinare in parte la capacità di lettura di non vedenti e ipovedenti e con i dovuti adattamenti e l’aggiunta di un software per il riconoscimento di lettere e caratteri, può diventare un metodo di lettura alternativo e potenzialmente più veloce.

Fonte: Thomas Z. Lauritzen, Jordan Harris et alii “Reading visual braille with a retinal prosthesis”. Frontiers in Neuroprosthetics, 22 novembre 2012.

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