Studio scopre che digiuno periodico fa bene alla salute e al cuore

Il digiuno è stato a lungo associato a rituali religiosi, diete e proteste politiche. Ora nuove prove da parte di ricercatori cardiovascolari presso il Medical Center Intermountain Heart Institute dimostra che il digiuno periodico di routine è anche un bene per la vostra salute, e il tuo cuore.

Oggi, i cardiologi di ricerca presso il Intermountain Medical Center Heart Institute hanno scoperto che il digiuno non solo riduce il rischio di malattie coronariche e diabete, ma provoca anche cambiamenti significativi nei livelli ematici del colesterolo. Sia il diabete che il colesterolo alto sono noti fattori di rischio per le malattie del cuore.

Parte della scoperta era già stata anticipata in uno studio del 2007 della Intermountain Healthcare, che aveva trovato un’associazione tra il digiuno e la riduzione di rischio di  malattie coronariche, la causa principale di morte nei paesi occidentali. Nella nuova ricerca, il digiuno è stato associato alla riduzione di altri fattori di rischio cardiaco, come i trigliceridi, il peso, e i livelli di zucchero nel sangue.

I risultati sono stati presentati domenica 3 aprile, in occasione delle sessioni scientifiche annuali dell’American College of Cardiology di New Orleans.

“Questi nuovi dati dimostrano che la nostra scoperta iniziale non è stata un evento casuale,” dice il dottor Benjamin D. Horne, direttore di epidemiologia e genetica cardiovascolare presso il Medical Center Intermountain Heart Institute, e ricercatore principale dello studio. “La conferma tra un nuovo gruppo di pazienti che il digiuno è associato a un minor rischio di queste malattie solleva nuovi interrogativi su come il digiuno possa ridurre il rischio, o è l’indice semplicemente di uno stile di vita sano”.

A differenza delle precedenti ricerche da parte del team, questa nuova ricerca ha registrato le reazioni nei meccanismi biologici del corpo durante il periodo di digiuno. Sia le lipoproteine ​​a bassa densità (LDL-C, il colesterolo “cattivo”) che quelle ad ad alta densità (HDL-C, il colesterolo “buono”) erano aumentate (del 14 per cento e del 6 per cento, rispettivamente) alzando il colesterolo totale – e cogliendo completamente di sorpresa i ricercatori.

“Il digiuno provoca fame o stress. In risposta, il corpo produce più colesterolo, permettendo così di utilizzare il grasso come fonte di combustibile, al posto del glucosio. Questo diminuisce il numero delle cellule adipose nel corpo,” dice Horne. “Questo è importante perché meno cellule di grasso un corpo ha, meno è probabile che si sviluppi l’insulino-resistenza, o il diabete.”

Questo recente studio ha anche confermato precedenti scoperte sugli effetti del digiuno sull’ormone della crescita umano (HGH), una proteina del metabolismo. L’HGH lavora per proteggere la massa muscolare e l’equilibrio metabolico, e viene innescato e accelerato dal digiuno. Durante  periodi di 24 ore di digiuno, l’HGH aumenta in media del 1.300 per cento nelle donne, e di quasi il 2.000 per cento negli uomini.

In questo studio, i ricercatori hanno condotto due esperimenti di digiuno su oltre 200 individui – sia pazienti che volontari sani. Un secondo studio clinico del 2011 ha seguito altri 30 pazienti che hanno bevuto solo acqua e digiunato per 24 ore. Sono stati inoltre monitorati per altre 24 ore, quando conducevano una dieta normale. Sono stati fatti degli esami del sangue e delle misurazioni fisiche da tutti,  per valutare i fattori di rischio cardiaco, i marcatori di rischio metabolico, e altri parametri di salute generale.

Anche se i risultati sono stati sorprendenti per i ricercatori, non significa che occorre da domani iniziare a digiunare, dice scherzosamente Horne. Ci vorranno infatti ulteriori studi per determinare completamente la reazione del corpo al digiuno e il suo effetto sulla salute umana. Tuttavia, su una cosa è abbastanza fiducioso: alla conclusione di questi studi il digiuno potrebbe diventare una prescrizione medica per il trattamento e la prevenzione del diabete e delle malattie coronariche.