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Uomini e donne. Anche i sistemi immunitari sono diversi

Scritto da Leonardo Debbia il 19.08.2015

I geni delle cellule del nostro sistema immunitario vengono attivati o silenziati in tempi e modi diversi da una persona all’altra. Ma che queste variazioni fossero ancor più accentuate tra la popolazione maschile e quella femminile è stata una sorpresa per gli scienziati.

Lo ha scoperto un team di ricercatori della Stanford University School of Medicine, California, che alla fine del mese scorso ne hanno dato notizia sulla rivista Cell Systems.

La scoperta chiarirebbe così perché le donne siano più colpite degli uomini dalle cosiddette malattie ‘autoimmuni’ e potrebbe aiutare ad indirizzare meglio le terapie da effettuare.

I ricercatori statunitensi sono partiti con l’obiettivo di conoscere i ritmi di accensione e spegnimento di base dei geni nei soggetti sani per poterli confrontare con i ritmi di individui ammalati.

E’ stato così appurato che negli uomini e nelle donne le funzioni di attivazione e di silenziamento dei geni del sistema immunitario avvengono attraverso interruttori ‘differenti’.

La differenza potrebbe quindi spiegare perché nelle donne vengano attivate più facilmente malattie autoimmuni quali la sclerodermia, il lupus e l’artrite reumatoide.

Howard Chang, professore di Dermatologia a Stanford e il suo team hanno messo a punto una tecnica chiamata ATAC-seq (Assay of Transposase Accessibile Chromatin with sequencing), che ha consentito di osservare il comportamento in tempo reale delle cellule viventi prelevate da volontari, esaminando il comportamento di un particolare tipo di cellule immunitarie, le cellule T, facili da isolare e essenziali nelle funzioni del sistema immunitario.

I ricercatori hanno potuto constatare che l’accensione e il silenziamento dei geni, pur restando stabile nella medesima persona, mostra un’alta variabilità, che segue schemi ‘diversi’, da una persona all’altra.

In un processo che vedeva coinvolti 12 volontari sani, gli studiosi hanno notato una sistematica significativa differenza tra uomini e donne nell’attivazione di circa 30 geni su 500 geni, una quantità che consentiva, in base alla sola osservazione dei loro ritmi, di riconoscere se le cellule T fossero di origine maschile o femminile.

In altre parole, questo dimostra che il sistema immunitario degli uomini ha un funzionamento diverso da quello delle donne, giustificando il motivo per cui le malattie autoimmuni abbiano un’incidenza diversa nei due sessi.

A questo punto, alla luce di queste conclusioni, il prossimo passo sarà individuare quale terapia farmacologia sia più consona per gli ammalati, instaurando così interventi che tengano conto delle differenze di genere.

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