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Ritrovate fiale con virus del Vaiolo in un ripostiglio statunitense

Il ritrovamento di fiale che contengono il vaiolo riapre scenari inquietanti sulle possibili guerre batteriologiche

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.07.2014

Una fiala contenente il virus del vaiolo è stata ritrovata in un ripostiglio di un laboratorio in disuso della Food and Drug Administration. La fiala sarà distrutta secondo degli specifici protocolli.

Il vaiolo fu dichiarato eradicato nel  1980 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L’ultimo caso fu rilevato nel 1977, ma oggi la dichiarazione di eradicazione vacilla a causa del ritrovamento di una fiala incredibilmente dimenticata negli Stati Uniti.

Il ritrovamento è stato annunciato dal National Institute of Health di Bethesda (Maryland) durante il trasferimento dei materiali da un laboratorio vecchio ad uno nuovo.

Vaiolo

Secondo quello che riportano i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) si tratterebbe di fiale risalenti agli anni ’50. Sempre secondo quanto riportano i Cdc le fiale sono integre e nessuno è a rischio di contagio.

Dopo il ritrovamento, le fiale sono state sottoposte ad analisi che hanno confermato che all’interno di esse si trova il virus del vaiolo. Altri test saranno effettuati nei prossimi giorni.

Ora si attiverà la procedura di distruzione: i campioni saranno distrutti dai Cdc, designati – insieme al centro russo di Novosibirsk – dall’Organizzazione mondiale della sanità .

Funzionari dell’Oms sono stati invitati ad assistere alla distruzione delle fiale, come da protocollo quando campioni del virus sono ritrovati in luoghi diversi da quelli previsti.

Mentre l’Fbi ha aperto un’indagine per scoprire come i campioni del virus siano finiti nel ripostiglio e nessuno si sia occupato di loro così a lungo, dalle pagine del Guardian  si chiede se sia la cosa più giusta da fare.

Spiega la Browne, che la procedura di eradicazione dell’OMS decine di anni fa, potrebbe essere approssimativa, anche se, fino ad ora, sembrerebbe avere funzionato.

“Fra la fine del 1960 e i primi anni del 1970, un team internazionale di operatori sanitari – sotto la guida del brillante fisiologo ed epidemiologo americano Donald Ainslie Henderson – ha adottato un metodo che potrebbe essere descritto come “un buon lavoro da vecchio detective” scrive la Browne nel suo blog.

I ricercatori, spiega l’autrice, hanno viaggiato il mondo e visitato le comunità locali, chiedendo alla gente se avessero visto casi di vaiolo, e quando hanno trovato un caso, hanno messo in atto un sistema per evitare il diffondersi del virus.

“Incredibilmente, ci sono riusciti,” scrive Browne.  L’ultimo caso di vaiolo è stato registrato nell’ottobre 1977. Tre anni dopo il vaiolo è stato dichiarato eradicato.
Ma fa notare l’autrice che questo non vuole dire che il virus sia stato realmente eradicato dal pianeta.

“Ci sono due strutture sicure che detengono ancora i campioni del virus – i CDC di Atlanta, ed uno presso il Centro Ricerche di Stato Russo di Virologia e Biotecnologie in Koltsovo. Questi campioni dovevano essere distrutti nel 1993, ma esistono ancora e c’è un dibattito sul loro destino”.

Secondo l’autrice il vaccino del vaiolo già esistente potrebbe essere perfezionato, ma è impossibile non pensare a scenari più inquietanti con guerre batteriologiche a suoni di virus modificati e vaccini perfezionati.

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