Sono in aumento i bambini affetti da problemi respiratori durante il sonno. Se ne parlerà al Congresso della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica in programma ad Alba (Cuneo), dal 12 al 14 settembre.
Normalmente quando parliamo di apnee notturne e di chi russa nel sonno pensiamo ad adulti. Invece questi disturbi colpiscono sempre di più anche i più piccoli: un bimbo su cinque russa e il 3% soffre di apnea notturna (Osas – Obstructive sleep apnea syndrome). Questi disturbi che provocano una mancanza di ossigeno nel sangue, a lungo andare possono predisporre al diabete e all’arterosclerosi.
Gli esperti consigliano di sorvegliare i bimbi se il sonno è disturbato da russamento notte dopo notte, incubi, pipì a letto, iperattività durante il giorno o disattenzione a scuola. Infatti, se un sonno disturbato dall’apnea notturna negli adulti crea uno stato assonnato durante il giorno, nei bambini ha l’effeto opposto: i bambini appaiono agitati e iperattivi.
In questi casi è necessario recarsi da uno specialista, otorino o broncopneumologo, per indagare le cause del disturbo e per definire la terapia più idonea.
Nell’ultimo anno, i bimbi con disturbi del sonno assistiti all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sono stati più di 600.
“Per molti anni – spiega De Vincentiis – la medicina ha studiato con attenzione soprattutto i problemi legati al russamento notturno nell’età adulta, ritenendo erroneamente che le conseguenze negative delle difficoltà del respiro fossero appannaggio soprattutto di quella fascia di eta’. E’ stato necessario – continua De Vincentiis – prima comprendere che la manifestazione della malattia era profondamente differente nel bambino rispetto all’adulto.
“L’adulto che dorme male la notte è sonnolento nel corso della giornata, viceversa il bambino testimonia la mancanza di riposo notturno con iperagitazione (ha letteralmente i “sette spiriti”): da quel momento si è cominciato a considerare con estrema attenzione i problemi correlati al russamento abituale e alle apnee notturne in età pediatrica”.
Fra i disturbi respiratori del bambino il russamento abituale, la sindrome delle aumentate resistenze respiratorie (Uars) e l’ipoventilazione ostruttiva. Inoltre nel primo anno di vita è stato evidenziato il rapporto tra apnee e Alte (Apparent Life-Threatening Events, ovvero quegli episodi apparentemente rischiosi per la vita dei lattanti)
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la relazione tra apnee e sindrome metabolica, obesità, diabete e a persistenti infiammazioni delle vie aeree, e aterosclerosi.
I problemi respiratori hanno inoltre un impatto negativo sulla qualità della vita del bambino e sul suo rendimento scolastico.