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Scoperto il gene che riduce la massa del cervello con lo stress e la depressione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.08.2012

Era già stato dimostrato che la depressione e lo stress cronico riducono il volume del cervello, condizione che contribuisce al deterioramento emotivo e cognitivo.  Ora un team di ricercatori guidato da scienziati di Yale  ha scoperto la ragione per cui questo accade: un unico interruttore genetico che innesca la perdita di connessioni cerebrali negli esseri umani e la depressione nei modelli animali.

I risultati, riportati sulla rivista Nature Medicine, mostrano che un interruttore genetico reprime l’espressione di geni che sono necessari per la formazione di connessioni sinaptiche tra le cellule cerebrali, che, a loro volta, contribuiscono alla perdita  della massa cerebrale nella corteccia prefrontale .

“Abbiamo voluto testare l’idea che lo stress provochi una perdita di sinapsi cerebrali negli esseri umani,” ha detto l’autore senior Ronald Duman, dell’  Elizabeth Mears and House Jameson . “Abbiamo dimostrato che i circuiti che normalmente sono coinvolti nelle emozioni, nonché nella conoscenza, sono interrotti quando questo fattore di trascrizione singolo è attivato.”

Il team di ricerca ha analizzato i tessuti dei pazienti depressi e non depressi donati da una banca del cervello e ha cercato diversi modelli di attivazione genica. I cervelli dei  pazienti depressi presentavano livelli più bassi di espressione dei geni necessari per  le funzioni e la strutturazione delle sinapsi cerebrali. L’autore principale HJ Kang ha scoperto che almeno cinque di questi geni potrebbero essere oggetto di un unico fattore di trascrizione chiamato GATA1 . Quando il fattore di trascrizione attivato era attivato, i topi di laboratorio mostravano sintomi depressivi, suggerendo che GATA1 gioca un ruolo non solo nella perdita di connessioni ma  anche nei sintomi di depressione.

Duman teorizza che variazioni genetiche in GATA1 un giorno potrebbero aiutare le persone ad alto rischio di depressione particolarmente sensibili  allo stress.

“Speriamo che potenziando i collegamenti sinaptici, sia con farmaci o nuove terapie comportamentali, possiamo sviluppare terapie antidepressive più efficaci”, ha spiegato Duman.

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  • franca scrive:

    Nel frattempo non “lasciamoli soli”. L’affetto e la comunicazione verbale associata al movimento fisico può aiutarli a tenere “lontano” il deperimento celebrale.