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Sfatato mito sul “paradosso dell’obesità”: anziani obesi hanno un più alto tasso di mortalità

Essere obesi accorcia la vita. Le ricerche che sono sostenevano il contrario sono state confutate a causa di vizi nei dati presi in considerazione

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.02.2013

L’obesità e il sovrappeso accorciano la vita oppure no? Il quesito è ancora aperto e oggi una nuova ricerca va ad aggiungersi a quelle precedenti sostenendo questa volta che gli Americani che invecchiano essendo in sovrappeso hanno una più alta possibilità di morire prematuramente. La ricerca si oppone quindi al “paradosso dell’obesità” che sosterrebbe che dopo una certa età,l’obesità addirittura allungherebbe la vita.

Obesità

L’obesità può uccidere aumentando notevolmente la possibilità di sviluppare malattie croniche. Ma molte ricerche, fino ad oggi, hanno illustrato il “paradosso dell’obesità”, secondo il quale arrivati ai 65 anni non solo l’obesità non sembra accorciare la vita, ma addirittura pare allungarla. Ma secondo l’attuale ricerca il paradosso era un miraggio: con il crescere dell’obesità degli Americani cresce anche il loro rischio di morte.

Ryan Master e Link Bruce, della Mailman School della Columbia University, in collaborazione con Daniel Powers, dell’Università del Texas, hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sull’American Journal of Epidemiology.

I ricercatori sostengono che gli studi precedenti sulla longevità e l’obesità sono stati distorti a causa delle limitazioni del National Health Interview Survey, o NHIS, che fornisce informazioni sull’obesità. L’indagine esclude infatti gli individui che sono in un ospedale o in una casa di cura, un gruppo composto in gran parte di anziani. Di conseguenza, i dati sono sovrarappresentati dalle persone anziane che sono sane, tra cui anche gli obesi relativamente sani. In più, molti individui obesi non riescono a raggiungere i 65 anni, e quindi a vivere abbastanza a lungo per partecipare a studi sulla popolazione anziana.

“L’obesità incide così tanto sulla sopravvivenza che gli adulti obesi o non vivono abbastanza a lungo da essere inclusi nell’indagine o sono ospitati in enti che li curano e quindi sono ugualmente esclusi dall’indagine. In questo senso, i dati dell’indagine non prendono in considerazione la popolazione che ci interessa di più,” dice il Dott. Masters, della Robert Wood Johnson Foundation Health & Society Scholar della Mailman School della Columbia e primo autore dello studio.

Nella sua analisi il dottor Masters ha abbinato i dati NHIS sull’obesità con i record corrispondenti del National Death Index utilizzando i dati di 800.000 adulti intervistati tra il 1986 e il 2004. Dai risultati emerge che il rischio di morte per obesità aumenta con l’età.

La ricerca quindi contraddice tutte quelle precedenti che sostenevano il “paradosso dell’obesità” spiegandolo con la protezione contro gli infortuni e con il fatto che il grasso in più fornisse riserve di energia durante la malattia.

“Questo studio dovrebbe fugare l’idea che è possibile mettere da parte il rischio connesso con l’ obesità, e fornisce un argomento potente contro coloro che dicono che la preoccupazione per l’obesità è eccessiva,” ha spiegato il Dott. Link, professore di Epidemiologia e Scienze socio-sanitarie alla Mailman School.

“L’epidemia di obesità recente ha colpito tutte le età, allo stesso tempo, il che significa che molti degli obesi anziani hanno raggiunto l’obesità negli ultimi 10 anni circa,” ha spiegato il Dott. Masters.

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