Dietrofront sulle sigarette elettroniche. Dopo la stretta con il divieto di vendita e uso ai minori di 18 anni, il divieto di uso nelle scuole e nelle aree attigue. Dopo la tassazione del 58% e il divieto di fumare nei locali pubblici quest’ultima norma è stata cambiata ripristinando la libertà di svapare nei locali pubblici.
E’ stato un emendamento posto ad un articolo del recente decreto istruzione a far cadere il divieto di fumare le sigarette elettroniche nei luoghi pubblici. La decisione, che arriva pochi giorni dopo le dure critiche di Umberto Veronesi alle politiche italiane contro la sigaretta elettronica. Secondo l’oncologo, ex ministro della salute, le sigarette elettroniche rappresentano un potenziale per salvare vite umane perchè possono essere un utile strumento per far cessare la dipendenza da nicotina. Veronesi aveva anche criticato l’eccessiva tassazione a cui sono state sottoposte le sigarette.
Ma le reazioni a questa nuova disposizione sono state diverse e non tutte favorevoli. La conseguenza immediata è che si potrà svapare nei locali pubblici, negli autobus, non a scuola, ma nei ristoranti o nei pub. Chi delle sigarette elettroniche non ne vuole sapere sarà costretto a inalare vapori suo malgrado.
Il Codacons ha subito espresso la sua contrarietà: “Siamo contrari all’assenza di qualsiasi divieto per le e-cig nei luoghi pubblici come bar, autobus e uffici”, afferma Carlo Rienzi.
“Ho recepito l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito”, ha spiegato Galan, proponente e responsabile del nuovo emendamento.
Massimiliano Mancini, presidente di Anafe-Confindustria, che rappresenta i produttori di liquidi ed e-cig commenta così: “ La modifica della norma che estendeva la legge Sirchia e il divieto di pubblicità previsti per le sigarette tradizionali anche alle sigarette elettroniche era assolutamente doverosa, in quanto certi divieti assoluti erano unici in Europa e anche dannosi”. “L’equiparazione tra i due prodotti – aggiunge – non farebbe altro che spingere le persone verso le sigarette tradizionali, la cui differenza rispetto alla elettronica è nota a tutti, come lo sono le evidenze scientifiche e come ha ricordato anche il prof. Umberto Veronesi proprio questa settimana”.
Ma invece Giacomo Mangiaracina, esperto di tabagismo e presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione la vede diversamente: “La sigaretta elettronica non è esente da contaminazione ambientale. Una nostra ricerca del 2010 ha dimostrato la riduzione del danno e dell’impatto ambientale della e-cig rispetto alla sigaretta tradizionale, ma ciò non vuol dire danno zero. Anche le e-cig contaminano l’ambiente con micropolveri e soprattutto con nicotina. Perché fare inalare nicotina a chi ti sta accanto?”.
Secondo l’Agenzia Nazionale per la Prevenzione i cittadini possono controllare la qualità dell’aria dei ristoranti e eventualmente chiedere di non pagare il conto. “I clienti sappiano che se un ristoratore non dovesse garantire (la salubrità dell’aria ndr) nel proprio locale, al pari degli alimenti, potranno rifiutarsi di pagare il conto”.
Girolamo Sirchia, ministro della salute al tempo dei divieti contro la sigaretta tradizionale parla di “una situazione al limite della schizofrenia”.
Ma Galan si difende: “L’esame dell’emendamento risale a più di tre settimane fa, il testo del decreto è stato votato in aula alla Camera dei Deputati il 31 ottobre, la nuova riformulazione dell’emendamento era stata suggerita e concordata con il Governo in sede di esame in Commissione cultura. La prima stesura dell’emendamento che avevo proposto al dl istruzione era più restrittiva rispetto alla riformulazione che mi ha proposto il Governo, con la quale, stralciando del tutto una parte del decreto di luglio, di fatto si permette di fumare la e-sig in tutti i luoghi pubblici, ad eccezione delle scuole”.
ridicolo e politicamente scorretto. si cerca contropartita alla tassa.