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Tempi duri per i virus nell’era degli smartphone

La ricerca sulle malattie infettive riceve una grande spinta da siti web, blog e social media

Scritto da Elisa Corbi il 05.07.2013

Mentre i funzionari della salute pubblica in tutto il mondo sono in allerta circa la potenziale pandemia di nuove malattie, un team che include il biologo Marcel Salathé della  Penn State University  sta sviluppando nuovi sistemi e tecniche innovative per monitorare la diffusione delle malattie infettive, con l’aiuto di siti web, blog e social media.

Credit: Rocky Mountain Laboratories, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health

Credit: Rocky Mountain Laboratories, National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institutes of Health

 Salathé  ha pubblicato un articolo sul New England Journal of Medicine, dove  con i colleghi della Harvard Medical School,  descrive i vantaggi e le sfide dell’”epidemiologia digitale” , un campo di crescente importanza per il monitoraggio delle epidemie sfruttando l’uso diffuso di Internet e telefoni cellulari.

“L’anno scorso, il mondo ha visto un focolaio emergente di due virus con un notevole potenziale pandemico: la sindrome respiratoria del Coronavirus, e l’influenza aviaria A H7N9”, ha detto Salathé, spiegando inoltre che il primo è simile al virus responsabile della SARS del 2002 – 2003 che, dal 2012 ha contagiato 64 persone, 38 delle quali sono decedute. L’influenza aviaria A H7N9 è generata da un virus che circola normalmente negli uccelli, e dall’inizio del 2013, ha contagiato 137 persone, 32  fatalmente.

“L’epidemiologia digitale ha giocato un ruolo cruciale nel controllo di entrambe le malattie in Oriente, migliorando la trasparenza e aiutando i funzionari della sanità pubblica a comprenderne i focolai. E’ chiaro che l’importanza dell’epidemiologia digitale aumenterà solo in futuro, quando più persone nel mondo avranno accesso al web “, ha detto Salathé, il quale utilizza i dati dei social media nella sua ricerca per studiare le vaccinazioni diffuse nelle popolazioni. “Con 6,8 miliardi di telefoni cellulari e 2,9 miliardi di persone online, si sta facendo sempre più difficile per qualsiasi microrganismo passare inosservato per molto tempo.”

Salathé prevede che l’epidemiologia digitale non sarà limitata solo alle malattie infettive. “Per esempio, i ricercatori e funzionari della sanità pubblica faranno uso di tecniche di data-mining per rilevare le reazioni avverse ai farmaci, valutare disturbi mentali  o stati di salute, con strumenti dunque molto più veloce dei metodi tradizionali.”

Infine ha aggiunto di essere onorato di avere l’opportunità di raggiungere un vasto pubblico attraverso il New England Journal of Medicine. “Speriamo che l’epidemiologia digitale possa essere all’ordine del giorno di ogni agenzia di sanità pubblica, per integrare gli sforzi per monitorare, valutare e ridurre la diffusione delle malattie infettive”.

 

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