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Una grave siccità provocò il crollo dell’Impero assiro

Scritto da Leonardo Debbia il 24.08.2020

L’impero assiro, situato nel Nord dell’odierno Iraq, è considerato dagli storici il più grande impero che 2700 anni fa fosse presente sulla faccia della Terra, dal momento che, nel periodo della sua masssima espansione, estendeva i suoi domini sugli attuali Stati di Siria, Palestina ed Egitto.

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La società assira basava la sua economia sull’agricoltura, ma tuttavia fu anche in grado di sviluppare arti e scienze e, sotto il re Assurbanipal, giunse a realizzare, come proseguimento della tradizione sumerica, anche una grande biblioteca nella sua capitale, Ninive.

Questo periodo di splendore ebbe però vita breve (920 – 730 a.C.) e, al contrario, subì un rapido declino e infine un inaspettato tracollo.

Dopo la morte del re Assurbanipal, infatti, una serie di conflitti interni indebolì l’Impero e nel 612 a.C., dopo una durata di circa due secoli, Ninive crollò e, con la caduta della capitale, anche il grande Impero prese a disgregarsi.

Nonostante l’abbondanza di narrazioni cuneiformi, campagne di scavo e indagini sul campo, archeologi e storici non si sono mai trovati d’accordo nello spiegare in maniera esaustiva la causa improvvisa e definitiva di questa parabola discendente.

Da quando iniziarono ad effettuarsi i primi scavi, 180 anni fa, quasi subito furono avanzate numerose teorie sulla caduta della città e sui livelli di distruzione che via via venivano portati alla luce.

Ma il mistero di come due piccoli eserciti – i Caldei da sud e i Medi da est – fossero stati in grado di convergere su Ninive e distruggere completamente quella che, all’epoca, era la più grande città del mondo, per decenni rimase irrisolto e oggetto di accese controversie tra studiosi.

Tutto questo, fino ad oggi.

Ora finalmente, un team di ricercatori, sotto la guida di Ashish Sinha, paleoclimatologo della California State University, che si è avvalso anche dei dati archivistici e archeologici forniti da Harvey Weiss, docente di Archeologia del Vicino Oriente e studi ambientali a Yale, è stato in grado per la prima volta di identificare la causa essenziale di questa scomparsa in una disastrosa siccità che aveva colpito per lungo tempo tutta la regione, facendo calare definitivamente il sipario sulla civiltà assira.

Ma come si è arrivati a questa conclusione?

Gli studiosi hanno analizzato accuratamente le stalagmiti che crescono sul pavimento della grotta di Kuna Ba – 300 chilometri a sud-est dell’odierna Mosul – dove un tempo sorgeva Ninive.

Le stalagmiti e le stalattiti sono accrescimenti calcarei lasciati nelle grotte dal gocciolio delle acque piovane circolanti nel terreno, dal cui esame si può dedurre la storia del clima di una regione geografica e, attraverso il calcolo dei rapporti isotopici tra ossigeno e uranio rimasti nelle infiltrazioni d’acqua, risalire al periodo di formazione di queste concrezioni.

Nell’acqua piovana, infatti, l’ossigeno è presente in due varietà isotopiche, pesante e leggera. Il rapporto tra isotopi pesanti e isotopi leggeri è proporzionale alle variazioni delle piogge e della temperatura.

Col trascorrere del tempo, l’uranio intrappolato nelle concrezioni si trasforma in torio, consentendo di datare la presenza e la durata degli eventi meteo e di ottenere quindi un calendario ‘naturale’ molto accurato.

Weiss ha comparato i risultati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche con la documentazione archeologica, potendo così verificare i primi dati paleoclimatici relativi ad una fortissima siccità che aveva colpito per alcuni decenni il cuore dell’Impero assiro, destabilizzandone la struttura e provocandone la caduta; evento che aveva quindi consentito alle popolazioni vicine, rimaste indenni dalla siccità, di invaderlo e distruggerlo.

La ricerca ha anche rivelato che il periodo di massimo splendore dell’Impero assiro (920 – 730 a.C.) trovava corrispondenza con un periodo di precipitazioni, registrate nelle stalattiti ‘sopra la media’, che avevano reso fertile la terra assira, determinando una crescita demografica della popolazione e la prosperità dell’economia.

Allo stesso modo, tra il 675 e il 550 nella roccia era stato registrato un lungo periodo siccitoso che aveva talmente indebolito l’impero assiro che Ninive era stata invasa in soli tre mesi dalle popolazioni vicine e successivamente abbandonata per sempre.

Queste conclusioni degli studiosi sono state rese note dalla rivista scientifica Science Advances.

“La società assira era una società agricola, legata alle precipitazioni stagionali, da cui dipendeva in maniera assoluta, specie riguardo la produzione cerealicola”, osserva Weiss.

“A sud, i Babilonesi si affidavano all’agricoltura irrigua. Ecco perchè la loro società non venne colpita altrettanto duramente”.

“Questo studio delinea scenari purtroppo ancora validi oggi, a secoli di distanza”, commenta Colin Kelley, climatologo della Columbia University. “Negli ultimi cento anni il Medio Oriente è stato afflitto da quattro gravi eventi siccitosi. Ora che sappiamo quanto il gas serra possa essere determinante per questi eventi, dovremmo prendere per tempo le adeguate contromisure di contenimento nella nostra atmosfera”.

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