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Creato un braccio bionico: ripulirà lo spazio dai detriti spaziali

Un braccio bionico sviluppato dai ricercatori EPFL è in grado di reagire e afferrare oggetti con forme complesse in meno di cinque centesimi di secondo

Scritto da Elisa Corbi il 13.05.2014

Un braccio bionico sviluppato dai ricercatori EPFL è in grado di reagire e afferrare oggetti con forme complesse in meno di cinque centesimi di secondo. Con il palmo aperto il robot è completamente immobile, ma una frazione di secondo più tardi si snoda e cattura ogni sorta di oggetto gettato nella sua direzione: una racchetta da tennis, una palla, una bottiglia.

braccio bionico per ripulire lo spazio

Il braccio è lungo circa 1,5 metri, ha tre articolazioni e una mano con quattro dita. E’ stato programmato presso il Learning Algorithms and Systems Laboratory presso l’EPFL (LASA) e progettato per testare soluzioni robotizzate per catturare oggetti in movimento. La presente invenzione è descritta in un articolo pubblicato oggi da IEEE – Transactions on robotica, la prima rivista in questo campo.

“Sempre più presenti nella nostra vita quotidiana e utilizzati per diverse attività, i robot saranno presto in grado di catturare o schivare oggetti complessi – ha detto Aude Billard, capo della LASA. Non solo abbiamo bisogno di macchinari in grado di reagire sul posto, ma anche di prevedere la dinamica dell’oggetto in movimento e generare un movimento nella direzione opposta.”

Questo braccio robotico è stato associato al progetto Clean- mE effettuate dallo Swiss Space Center presso l’EPFL, che mira a sviluppare tecnologie per il recupero e lo smaltimento dei detriti spaziali in orbita intorno alla Terra. Montato su un satellite, il braccio avrebbe il compito di catturare detriti, le cui dinamiche sono solo parzialmente note. Quindi il robot non sarà in grado di elaborare tali dinamiche con precisione fino a quando non sarà nello spazio, osservando il movimento degli oggetti in avvicinamento.

La capacità di cogliere le cose che volano richiede l’integrazione di diversi parametri e di reagire agli eventi imprevisti in tempi record. “Le macchine di oggi sono spesso pre- programmate e non possono assimilare rapidamente le modifiche dei dati – ha aggiunto Aude Billard. Di conseguenza la loro unica scelta è quella di ricalcolare le traiettorie e questo richiede troppo tempo in situazioni in cui ogni frazione di secondo può essere decisivo”.

Questo nuovo braccio superveloce si comporta invece in modo decisamente diverso, ovvero calcola in tempo reale la traiettoria degli oggetti per afferrarli in modo preciso. In questo lo aiutano il software, le tre articolazioni e le telecamere con le quali è equipaggiato.

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