Nel Gujarat, una regione dell’India nord-occidentale, è stato trovato un enorme deposito di ambra; studiando gli insetti rimasti intrappolati in essa, alcuni scienziati ipotizzano che il sub-continente indiano, in passato, non fosse isolato come si credeva finora.
Il professor Jes Rust del dipartimento di Paleontologia degli invertebrati dell’Università di Bonn ed il suo team hanno estratto da quest’ambra oltre 700 esemplari di 55 generi diversi, tra cui insetti, acari, ragni e parti di piante eccezionalmente ben conservati; molti di essi hanno legami con esemplari di altri continenti anche se ciò non dovrebbe essere possibile.
Attualmente si ritiene che l’India si sia separata dal continente africano circa 160 milioni di anni fa, per spostarsi alla velocità di venti centimetri all’anno verso l’Asia per unirsi ad essa 50 milioni di anni fa creando la catena dell’Himalaya.
Dando per vera questa teoria, l’India dovrebbe essere rimasta isolata per circa 100 milioni di anni, un tempo sufficiente allo sviluppo di flora e fauna uniche e non presenti altrove.
L’analisi degli insetti dell’ambra di Gujarat smentirebbe questa teoria, fossili simili sono stati trovati non in Madagascar (come dovrebbe essere), ma anche in Europa del nord, America Centrale ed Australia, segno che vi è stato un intenso scambio di specie su tutto il pianeta prima della formazione dell’ambra.
Rust ipotizza la presenza di una catena di isole vulcaniche nelle zone di confine tra le placche continentali, isole che avrebbero consentito alle varie specie di insetti di mescolarsi tra loro.
La prima parte dell’Eocene fu un periodo di grande riscaldamento climatico in cui i tropici raggiungevano i Poli. I ricercatori ritengono che le alte temperature abbiano favorito la diffusione degli artropodi, e questo dimostrerebbe come il clima sia in grado di modificare la biodiversità e la diffusione delle specie.
L’ambra del Gujarat presenta inoltre alcune anomalie: solitamente gli insetti intrappolati nell’ambra hanno un certo grado di decadimento, mentre quelli ritrovati in essa sono eccezionalmente ben conservati. Inoltre, la resina proviene dalle Dipterocarpaceae che si riteneva avessero vissuto il loro periodo di massima diffusione 25 milioni di anni fa. Questo ritrovamento sposta indietro di ben 30 milioni di anni il periodo della loro diffusione nell’area indo-malese.