TAU dice che i fulmini possono mostrare come l’inquinamento altera l’intensità delle precipitazioni
Tra i nativi americani i segnali di fumo erano usati per indicare il pericolo, e un pennacchio bianco viene inviato dal Vaticano quando un nuovo Papa è stato scelto. Ora, un nuovo progetto di ricerca da scienziati dell’Università di Tel Aviv e da loro colleghi dimostra che dove c’è “fumo” ci possono essere conseguenze significative per i modelli meteo, le precipitazioni e i temporali.
In un nuovo studio, il professor Colin Price, capo del Dipartimento di Tel Aviv University di Geofisica e Scienze della Terra, sta cercando dati sui modelli di caduta dei fulmini in Amazzonia per dimostrare come le nuvole sono interessate da particolato emesso dagli incendi dovuti alla pratica di tagliare e bruciare alberi per sfruttare il terreno disboscato a pascolo, sopratutto in Amazzonia. I suoi risultati, recentemente pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters, potrebbero essere utilizzati dai ricercatori del clima per capire l’impatto dell’inquinamento sui modelli climatici globali.
Insieme con i colleghi presso l’Istituto Weizmann e la Open University in Israele, il Prof. Price ha dimostrato come gli effetti dell’inquinamento nella formazione delle nuvole potrebbe influire negativamente sull’ambiente. Mentre i bassi livelli di particelle effettivamente contribuiscono allo sviluppo di temporali, è vero il contrario, una volta che una certa concentrazione è raggiunta le particelle inibiscono la formazione di nubi e temporali.
Gli scienziati sanno da tempo che gli aerosol artificiali influenzano la formazione di nubi, ma specifici risultati scientifici sono stati inconcludenti. Il dibattito su come le nuvole e le tempeste stanno cambiando in risposta all’inquinamento atmosferico è attualmente in corso, come anche le ricadute sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale, dal momento che le nuvole hanno un effetto generale di raffreddamento sul clima della Terra.
Ma come le nuvole artificiali dovute all’inquinamento incidano sulle precipitazioni e sulle condizioni meteorologiche rimane poco compreso, e le particelle naturali come quelle generate da eruzioni vulcaniche come quella di questi giorni in Islanda può falsare ulteriormente le osservazioni. La densa nube di cenere vulcanica assorbe le radiazioni solari, riscaldamento l’alta atmosfera, similmente al fumo degli incendi boschivi, e può quindi avere un impatto sullo sviluppo di nubi e precipitazioni, ha detto Price.
Mentre studiavano la climatologia della foresta amazzonica nel corso della sua annuale stagione secca, i ricercatori hanno notato come migliaia di incendi boschivi artificiali iniettassero fumo in atmosfera. Dal momento che ci sono comunque dei temporali, anche durante la stagione secca, questa è stata l’occasione ideale per studiare gli effetti di questi particolati sullo sviluppo delle nubi temporalesche.
Le goccioline delle nuvole si formano da piccole particelle chiamate “nuclei di condensazione della nuvola” (CCN). Poiché il numero dei CCN aumentano a causa dell’attività del fuoco, l’attività dei fulmini nelle tempeste che hanno assorbito fumo degli incendi boschivi è aumentata. Più CCN significa gocce più piccole, che si portano nelle parti superiori della nube in cui si genera un fulmine. L’aumento dell’attività elettrica in genere comporta anche l’aumento delle precipitazioni sopra l’Amazzonia. Ma quando le particelle diventano troppo dense, si è scoperto che le nuvole non hanno forma, e conseguentemente le attività dei fulmini temporalaleschi diminuiscono drasticamente.
Cercando le risposte alle domande fondamentali
Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per le regioni inquinate del mondo, che dipendono dalle piogge per l’agricoltura ed il consumo umano di acqua potabile. “Uno degli argomenti più dibattuti relativi al cambiamento climatico futuro è ciò che accadrà a nubi e precipitazioni se la terra si scalda,” dice il Prof. Price, “e come le nuvole reagiranno all’aumento di inquinanti nell’atmosfera?”
Le nuvole deviano i raggi del sole, portando ad un raffreddamento del clima della Terra. Se cambiamo la durata della copertura nuvolosa, la copertura aerea di nuvole, o la luminosità delle nuvole, il clima verrà notevolmente influenzato. E troppo aerosol può avere un impatto disastroso sul regime pluviometrico.
E’ noto che l’inquinamento atmosferico da automobili, centrali elettriche e fabbriche contribuisce ad aumentare le particelle nella nostra atmosfera. Questo è il primo studio di questo tipo che utilizza un fulmine come un modo quantitativo per misurare l’impatto dell’inquinamento atmosferico sullo sviluppo delle nuvole su una vasta area e attraverso un certo numero di anni.
“I fulmini, senza dubbio, sono un indice molto sensibile a comprendere il funzionamento interno delle nubi inquinate nel bacino amazzonico”, conclude il Prof. Price.