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Empatia e violenza hanno circuiti simili nel cervello

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.06.2010

SPAGNA – Gli esseri umani sono capaci del più atroce atto di violenza come del più alto gesto di generosità. Viviamo da sempre in questa contraddizione su cui i più grandi pensatori si sono arrovellati. Cos’è l’umanita? Umano è sinonimo di compassionevole, pietoso, oppure dalla fredda ferocia capace di uccidere anche senza un motivo, cosa che gli animali non farebbero mai? La scienza sta tentando di dare una risposta, soprattutto con l’ingresso delle neuroscienze sulla scena.

“Così come la nostra specie potrebbe essere considerata la più violenta, visto che siamo in grado di omicidi seriali, genocidio e altre atrocità, siamo anche la specie più empatica, che sembra essere l’altro lato della medaglia”, dice Luis Moya Albiol, autore principale dello studio e ricercatore presso l’UV (Università di Valencia).

Questo studio, pubblicato nel numero più recente della Revista de Neurologia, conclude che la corteccia prefrontale e quelle temporali, l’amigdala e le altre caratteristiche del sistema limbico (come l’insulina e la corteccia cingolata) “svolgono un ruolo fondamentale in tutte le situazioni in empatia”.

Moya Albiol dice queste parti del cervello si sovrappongono “, in modo sorprendente” con quelli che regolano l’aggressività e la violenza. Come risultato, il team scientifico sostiene che i circuiti cerebrali – sia per l’empatia e la violenza – potrebbe essere “parzialmente simile”.

“Sappiamo tutti che l’empatia ha un effetto inibitorio sulla violenza, ma questo fenomeno potrebbe non essere solo una questione sociale, ma anche uno stimolo biologico – la stimolazione di questi circuiti neuronali in una direzione ridurrebbe la loro attività nell’altro”, aggiunge il ricercatore.

Ciò significa che è difficile per un “cervello più empatico comportarsi in modo violento, almeno nella sua attività ordinaria. “Educare le persone ad essere empatiche potrebbe essere una educazione alla pace, con ad una riduzione dei conflitti e degli atti violenti”, conclude il ricercatore.

Tecniche per la misurazione del cervello umano “in vivo”, come la risonanza magnetica funzionale, stanno rendendo possibile capire di più sulle strutture del cervello che regolano il comportamento ed i processi psicologici come l’empatia.

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