Gaianews

Gli esseri umani possono sentire il magnetismo terrestre?

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 22.06.2011

WORCESTER, Massachusetts – Per gli uccelli migratori e le tartarughe marine, la capacità di percepire il campo magnetico terrestre è fondamentale per la navigazione a lunga distanza e per intraprendere lunghissimi viaggi durante le migrazioni. Gli esseri umani, tuttavia, non hanno un senso magnetico innato, o almeno non ce ne rendiamo conto. Una ricerca pubblicata in Nature Communications questa settimana da docenti dell’Università del Massachusetts Medical School dimostra che una proteina espressa nella retina umana può percepire campi magnetici quando impiantata nella Drosofila, il moscerino della frutta, riaprendo un campo della biologia sensoriale dell’uomo ad ulteriori e insospettate esplorazioni.

In molti animali migratori, si pensa che reazioni chimiche sensibili alla luce che coinvolgono la flavoproteina criptocromo (CRY) svolgano un ruolo importante nella capacità di percepire il campo magnetico della Terra. Nel caso della Drosophila, studi precedenti dei laboratori Reppert (http://reppertlab.org/) hanno dimostrato che la proteina criptocromo che si trova in queste mosche può funzionare come un sensore magnetico dpendente dalla luce.

Per verificare se le due proteine criptocromo dell’occhio umano ​​(hCRY2) hanno una simile capacità magnetica sensoriale, Steven Reppert, professore di neurobiologia, Lauren Foley e Robert Gegear hanno creato un modello transgenico della drosofila senza la sua proteina criptocromo, ma che invece esprimeva quella umana hCRY2. Utilizzando un sistema comportamentale di gruppo precedentemente sviluppato nei laboratori Reppert, gli scienziati hanno mostrato che queste mosche transgeniche sono state in grado di percepire e rispondere al campo magnetico generato da una bobina elettrica.

Questi risultati dimostrano che la molecola hCRY2 ha la capacità di funzionare in un sistema di rilevamento magnetico e può aprire la strada a ulteriori indagini sulla magnetoricezione umana. “Ulteriori ricerche sulla sensibilità magnetica negli esseri umani a livello comportamentale, con particolare attenzione all’influenza del campo magnetico sulla funzione visiva, piuttosto che  su informazioni di navigazione, sarebbero importanti”, hanno scritto Reppert e i suoi colleghi nello studio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA