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Mappato il DNA dei maiali, aiuterà l’allevamento e la ricerca biomedica

Lo studio sul genoma del suino non è importante solo per la gestione dell'allevamento, ma anche perchè capire le analogie con il DNA degli umani può essere utile per la ricerca biomedica

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 15.11.2012

E’ stato pubblicato questa settimana sulla rivista Nature uno studio sul genoma dei maiali che dimostra come nei maiali europei scorra sangue asiatico. La pubblicazione su Nature avviene simultanemente ad altre pubblicazioni su altre riviste scientifiche che presentano insieme una grande indagine sul genoma dei suini. L’indagine getta luce su alcuni aspetti che possono migliorare l’allevamento, ma che possono anche aiutare la ricerca biomedica.

Il genoma è stato analizzato dal ‘Swine Genome Sequencing Consortium’, che ha operato in dodici paesi ed è stato diretto dal ricercatore Martien Groenen della Wageningen University, due ricercatori, uno inglese e uno americano. Lo studio sul genoma del suino non è importante solo per la gestione dell’allevamento, ma anche perchè capire le analogie con il DNA degli umani può essere utile per la ricerca biomedica.     

Il team di ricerca di 136 autori in 54 gruppi di ricerca, guidati da Alan Archibald della Edinburgh University, Larry Schook dalla American University of Illinois e Martien Groenen dell’Università di Wageningen, ha sequenziato l’intero genoma del maiale. La dimensione totale del genoma suino è di 2,8 miliardi di paia di basi, che contengono 21.640 geni codificanti proteine. La struttura è quindi simile a quella di altri mammiferi, compresi gli esseri umani. Il maiale ha 19 paia di cromosomi. La variazione nel genoma, anche all’interno delle razze più commerciali di suini, è da 2 a 3 volte superiore che nell’uomo. I maiali hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato e questo è il maggior numero di geni attivi per il riconoscimento degli odori di tutti gli animali che sono stati sottoposti a sequenziamento genomico fino ad ora. D’altra parte, i maiali hanno meno geni deputati al gusto, permettendo loro di mangiare cibo che gli esseri umani respingerebbero, come i rifiuti e gli scarti.

La mappatura del genoma suino è iniziata venti anni fa, ma i recenti progressi tecnologici hanno accelerato notevolmente il processo. “Quando il progetto è iniziato, nessuno avrebbe potuto immaginare che un giorno, saremmo stati in grado di identificare tutti i tre miliardi di coppie di basi del genoma suino”, spiega il prof. Martien Groenen. “E certamente non per gli animali diversi”, continua. Il suo commento si riferisce al fatto che i ricercatori non ha limitato i loro studi ad un solo animale, ma hanno anche sequenziato i genomi di decine di suini di diverse razze, nonché di dieci cinghiali europei e asiatici.

La loro ricerca ha mostrato che le specie europee e asiatiche di cinghiale si sono separate circa un milione di anni fa. Hanno inoltre confermato che i suini europei e asiatici sono stati addomesticati in modo completamente indipendente l’uno dall’altro. I suini asiatici addomesticati sono stati utilizzati per migliorare le razze europee ed essere allevate nei secoli 18° e 19°, un processo registrato nel 1868 da Darwin. Sulla base di questo recente sequenziamento del genoma suino, i ricercatori stimano che circa il 35% del genoma de suini allevati per il commercio  può essere fatta risalire a queste razze originali asiatiche.

Secondo il prof. Martien Groenen questo è solo l’inizio di una mappa estremamente dettagliata del genoma suino, in cui centinaia, se non migliaia di animali possono giocare un ruolo. “Questa informazione sarà preziosa non solo per il settore dell’allevamento suino, ma anche in termini di utilizzo dei suini per la ricerca biomedica e  biologica.” Le dimensioni degli organi interni dei suini, compresi i reni, cuore e pancreas corrisponde in gran parte alle dimensioni degli organi umani. Questo rende i suini un modello importante per la ricerca medica. Conoscere approfonditamente il genoma di questi animali può aiutarci a studiare malattia come l’Alzheimer e il Parkinson.

 

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