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La prima pecora transgenica “clonata a mano” è made in Cina e abbassa il colesterolo

Scritto da Valeria Gatti il 02.06.2012

PecoraGli scienziati cinesi della BGI, la più grande organizzazione genomica del mondo, insieme l’Institute of Genetics and Developmental Biology, la CAS (Chinese Academy of Sciences) e la Shihezi University, hanno compiuto una svolta significativa nella clonazione degli animali, grazie a una pecora merino cinese. Anzitutto perché si tratta della prima pecora transgenica prodotta con tecniche più semplificate rispetto alle precedenti, una sorta di “clonazione fatta a mano”. Ma non solo: Il latte di Peng Peng, così si chiama l’animale che è nato il 26 marzo scorso nello Xinjang e non fa venire il colesterolo. A fronte di questa prova, in Cina, ma non solo, ne stanno facendo altre, per rendere ancora più facile e meno dispendiosa in termini di macchinari, tempo e denaro, la clonazione degli animali. Ci si chiede dove tutto questo possa portare e se soprattutto possa essere davvero utile.

Se lo chiedono in molti. I cinesi, si sa, non sono nuovi a questo tipo di sperimentazioni. Si ricordi lo scorso anno la mucca-Frankenstein dei laboratori della China Agricultural University: in quel caso gli scienziati avevano introdotto nei bovini geni in grado di conferire al loro latte le caratteristiche di quello prodotto dalle donne dopo il parto.

Ora, nella top ten list degli animali transgenici più strani, tra cui si annoverano i mammiferi fosforescenti, il topo senza paura, la capra che tesse ragnatele di seta o la gallina che fa le uova-antibiotiche, c’è anche la pecora che si può fare anche a mano e che non causa problemi di colesterolo. “La pecora transgenica è stata chiamata Peng Peng (dallo stesso nome identico dei due clonatori), e alla nascita pesava 5.74 chili” ha spiegato la dottoressa Yutao Du, direttore di Ark Biotechnology Co., affiliato di BGI. “Peng Peng sta crescendo normalmente e sembra essere in salute”, ha aggiunto. Il progetto è stato avviato due anni fa, e puntava a superare alcune inefficienze della clonazione tradizionale, come il fatto che spesso non tutti gli animali clonati nascono sani.

Gli scienziati che hanno messo a punto questa clonazione ‘fatta a mano’ hanno dovuto superare anche altre difficoltà, come le condizioni di temperatura o il fatto di dover sostituire i macchinari da laboratorio con strumenti più semplici e basilari. Con questa tecnica innovativa, ribattezzata appunto “Handmade Cloning” (HMC), le procedure si sono semplificate, si sono impiegati strumenti meno sofisticati, si sono avuti costi più bassi e si è ottenuta una maggiore efficienza di produzione. Ma le novità non sono finite: il latte o la carne di Peng Peng non sono come quelli di tutte le altre pecore, sono speciali.  Contengono infatti un tipo di grasso buono, gli acidi grassi insaturi, gli stessi presenti in natura nelle noci, nei pesci e nelle verdure a foglia, in grado di ridurre il rischio dell’insorgere di malattie cardiovascolari. Per produrre questo grasso è stato modificato un gene che ha fatto sì che si formasse nel suo corpo l’acido grasso polinsaturo omega-3. Ora non solo il pesce azzurro, le noci, i semi di lino possono aiutare l’uomo a combattere il colesterolo, ma anche le pecore transgeniche come Peng Peng. “La nascita di Peng Peng significa che la gente in futuro potrà assorbire omega-3 bevendo latte oppure mangiando la sua carne  – ha detto la dottoressa Du – il passo più difficile è stato compiuto, la piattaforma di produzione di pecore transgeniche è fatta, ora siamo pronti per lo sviluppo a larga scala.”

Ma i cinesi non sono gli unici. Nello stesso periodo, dopo dieci anni di studio, è apparsa la trota supermuscolosa. L’Università di Rhode Islands, e il capo del progetto, lo studioso Terry Bradley, lavorando sulla miostatina, una proteina che rallenta la crescita muscolare, ha ottenuto “risultati sorprendenti”, come lo stesso li definisce. Si tratta della creazione una trota iridea che ha sviluppato il 15-20 % di massa muscolare in più rispetto agli standard di questa specie, senza che le sia stato somministrato del cibo in più, ma subendo modifiche genetiche. La modifica genetica, dalla prima generazione di trote, si è spostata già alla seconda generazione e le super trote si sono riprodotte normalmente. L’idea potrebbe essere interessante per i produttori, ma finora la trota bodybuilder non è ancora finita in nessun piatto.

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