Gaianews

L’estinzione di massa del Permiano è stata graduale e non improvvisa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 07.02.2012

La geologia di Griesbach Creek, nella regione artica, racconta la storia di una lenta estinzione

L’estinzione di massa più mortale di tutte ha impiegato molto tempo per uccidere il 90 per cento della vita marina della Terra ed è avvenuta per fasi, secondo uno studio appena pubblicato. Secondo lo studio le estinzioni di massa non sono eventi improvvisi.

Thomas Algeo, un geologo presso l’Università di Cincinnati, e 13 suoi colleghi hanno prodotto uno sguardo approfondito  sulla geologia del Permiano-Triassico sull’isola di Ellesmere nel Canada Artico.

La loro analisi, pubblicata oggi su  Geological Society of America Bulletin, rivelano una forte evidenza che l’estinzione di massa più grande della Terra si sia svolta gradualmente nel corso di centinaia di migliaia di anni.

Circa 252 milioni di anni fa, alla fine del periodo Permiano, la Terra è diventato quasi un pianeta senza vita.

Circa il 90 per cento di tutte le specie viventi sono scomparse  in quella  che gli scienziati hanno chiamato “La grande morìa”.

Algeo e colleghi hanno trascorso gran parte dello scorso decennio studiando le prove chimiche sepolte nelle rocce che si sono formate durante questa estinzione importante.

La Terra, secondo la loro ricerca, doveva apparire a quel tempo come un paesaggio devastato, spoglio di vegetazione e segnata dall’erosione  di piogge acide, enormi “zone morte” negli oceani e da un riscaldamento da effetto serra galoppante.

Algeo e i suoi colleghi stanno puntando la loro attenzione al vulcanismo in Siberia come a un fattore determinante.

“Gli scienziati associano questa estinzione alle eruzioni vulcaniche siberiane, che probabilmente per prime hanno colpito la vita boreale attraverso gas tossici e cenere”, ha dichiarato H. Richard Lane, direttore del programma della Divisione di Scienze della Terra della National Science Foundation (NSF) , che ha finanziato la ricerca.

Il Trappo siberiano è una grande regione di roccia vulcanica in Siberia. Si è formato con uno dei più grandi eventi vulcanici conosciuti degli ultimi 500 milioni di anni di storia geologica della Terra, che è durato per  un milione di anni e ha attraversato il confine del Permiano -Triassico.

Il termine “trappo” deriva dalla parola svedese per “scala” – trappa, o Trapp – riferendosi alle colline che formano il paesaggio della regione.

Una gran parte della Siberia occidentale rivela depositi vulcanici fino a cinque chilometri di spessore, su una superficie equivalente a quella degli Stati Uniti continentali.

“L’eruzione ha rilasciato molto metano “, ha detto Algeo. “Il metano è 30 volte più potente come gas serra dell’anidride carbonica. “Non siamo sicuri di quanto tempo sia durato l’effetto serra, ma sembra siano stati decine o centinaia di migliaia di anni”.

Gran parte delle prove è sempolto nell’oceano e Algeo ed i suoi colleghi hanno cercato tra i depositi marini fossili.

Le indagini precedenti si erano concentrate sui depositi creati da un oceano ormai scomparso conosciuto come Tethys, un precursore dell’Oceano Indiano. Tali depositi, nel sud della Cina in particolare, hanno registrato una improvvisa estinzione alla fine del Permiano.

“In depositi marini poco profondi, l’ultima estinzione di massa del Permiano risultava essere stata brusca”, ha detto Algeo. “In base a queste osservazioni, è stato ampiamente dedotto che l’estinzione era un evento globalmente sincrono”. Ma recenti studi stanno iniziando a contestare questo punto di vista.

Algeo e i co-autori si sono focalizzati su strati di roccia  del West Blind Fiord sull’isola di Ellesmere nel Canada Artico.

Questa zona, alla fine del Permiano, doveva essere molto più vicina ai vulcani siberiani del sud della Cina.

Gli strati di rocce sedimentarie canadesi hanno 24 metri  di spessore e attraversano il confine fra Permiano e Triassico, afffacciandosi all’orizzonte dell’estinzione di massa del Permiano.

I ricercatori hanno osservato come il tipo di roccia cambi dal basso verso l’alto. Hanno quindi studiato la chimica delle rocce e dei fossili contenuti nelle rocce. Hanno scoperto una totale morìa di spugne silicee circa 100.000 anni prima che l’evento marino dell’ estinzione di massa fosse registrato nei siti corrispondenti dell’antico Oceano Tetide.
Ciò che sembra essere accaduto, secondo Algeo e i suoi colleghi, è che gli effetti dell’attività vulcanica siberiana, come i gas tossici e la cenere, siano stati limitati alle latitudini settentrionali.
Solo quando le eruzioni erano in pieno svolgimento gli effetti hanno raggiunto anche le latitudini tropicali dell’Oceano Tetide.

© RIPRODUZIONE RISERVATA