Il passaggio alla camminata eretta è un segno distintivo dell’evoluzione umana. Una chiave per correlare il bipedismo umano ai fossili dei nostri antenati è lo sviluppo di archi longitudinali e trasversali del piede che forniscono una leva rigida propulsiva e l’assorbimento degli urti durante la deambulazione. La prova se questi archi fossero o meno presenti nei reperti di Australopithecus afarensis è stata a lungo dibattuta.
Recentemente, un quarto metatarso completo di A. afarensis è stato scoperto a Hadar, in Etiopia. Questo reperto mostra molte caratteristiche che indicano che questo piede era funzionalmente simile a quello di esseri umani moderni e che poteva sostenere il peso durante la camminata eretta. Questa scoperta quindi rafforza l’ipotesi che questa specie, che si è evoluta milioni di anni fa, era già bipede.
Questo studio conferma le ipotesi che Australopithecus afarensis avesse prevalentemente una camminata eretta con i piedi ad arco, come facciamo noi. La cosa importante che i ricercatori sottolineano è che la camminata era prevalentemente eretta, in quanto alcuni indizi indicano che questi nostri antichissimi progenitori erano ancora abilissimi a salire sugli alberi. Molto meno probabile è, anche in seguito a questo ritrovamento, l’ipotesi che si spostassero tra gli alberi come fanno molti primati.
L’A. afarensis è vissuto tra 3,7 e 2,9 milioni di anni fa, e il ritrovamento più famoso è “Lucy”, il cui scheletro completo al 40 per cento ha finalmente rivelato che questo esemplare femmina camminava in posizione eretta. I ricercatori hanno a lungo dibattuto sull’importanza reale della camminata bipede di questa specie, ma la loro comprensione era stata finora ostacolata dalla mancanza del tassello fondamentale per comprendere la reale portata della camminata bipede, ossia l’osso del quarto metatarso. I metatarsi sono cinque e formano la parte centrale del piede, importante per la camminata eretta.
Carol Ward e colleghi hanno ora studiato un osso del piede ritrovato a Hadar, in Etiopia e che, dicono, è quasi perfettamente conservato. L’osso è un completo quarto metatarso, una delle ossa lunghe che collega la punta alla base del piede. L’osso ha parecchie caratteristiche simili a quelle del piede umano moderno, al contrario di quelli di altre scimmie.
Ad esempio, le sue due estremità sono in relazione tra di loro, come nell’uomo, e questo particolare è necessario per garantire la stabilità della postura. Inoltre l’osso termina con un angolo relativamente forte dalla base del piede alla punta. Questo piede, con il suo arco ben formato, potrebbe essere stato sufficientemente rigido da permettere una sufficiente spinta contro il terreno, ma anche sufficientemente flessibile per assorbire gli urti. Questo fossile suggerisce quindi che i piedi degli A. afarensis si erano già completamente trasformati in modo da facilita la camminata e la corsa su due piedi, dicono gli autori.
Ho sempre avuto un grande rispetto per i piedi che sanno parlare quasi sempre meglio delle teste ,sopratutto nella specie umana,e per fortuna arriva ora la conferma da parte di illustri scienziati. Bravi calciatori , voi si avete capito quale è la parte più importante di tutto il nostro corpo !