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Migliori strategie nel pianificare la costruzione di una diga

Scritto da Leonardo Debbia il 13.01.2015

E’ necessario essere consapevoli che, nella costruzione di una diga, si hanno conseguenze non solo sulle variazioni di flusso della corrente d’acqua e sull’alveo del fiume, modificandone radicalmente la morfologia, ma anche sulle comunità umane che vivono a valle della diga e sugli ecosistemi che vengono coinvolti nel cambiamento.

Esaminando tutti i dati relativi a 6500 grandi dighe esistenti al mondo e riportandoli in una mappa molto accurata relativa ad altrettanti fiumi, un team internazionale di ricercatori della McGill University di Montréal, Canada, ha studiato un nuovo metodo di valutazione degli impatti globali delle dighe sui fiumi e sul territorio circostante.

“Negli ultimi 60 anni centinaia di dighe sono state costruite per gli scopi più vari: fornire energia idroelettrica, irrigazione, protezione contro le inondazioni”, afferma Bernard Lehner, docente presso il Dipartimento di Geografia della McGill University, che ha diretto lo studio.“Negli ultimi vent’anni la costruzione di grandi dighe ha subìto un rallentamento, allorchè ci si è resi consapevoli del loro impatto negativo sulle persone e sugli ecosistemi. Ora, però, con il timore che i cambiamenti climatici possano influire negativamente sull’andamento dei corsi d’acqua nel mondo, l’obiettivo di creare delle riserve idriche è stato riconsiderato e la costruzione di dighe è ripresa ed è ora in aumento”.

Risultati globali degli effetti combinati di dighe attuali e future (crediti: McGill University)

Risultati globali degli effetti combinati di dighe attuali e future (crediti: McGill University)

Questa nuova ricerca è stata resa possibile dallo sviluppo di una mappa globale dei corsi d’acqua – dal più piccolo al più grande dei fiumi – osservando che la lunghezza complessiva è di ben 48,3 milioni di chilometri. La nuova mappa che tiene conto di future costruzioni di dighe è stata redatta a cura del Leibniz-Institute of Freshwater Ecology and Inland Fisheries di Berlino.

I componenti chiave per la giusta collocazione di una diga sono stati individuati in due indici, uno relativo all’interruzione del corso del fiume originario, l’altro alla regolazione del fiume a valle della diga.

L’indice di interruzione o di frazionamento (RFI) è una misura del modo in cui il percorso della corrente di un fiume è stato interrotto dalla creazione di dighe o barriere artificiali che consentono il trasferimento d’acqua tra bacini o verso aree da irrigare.

L’indice di regolamentazione del corso del fiume (RRI) è una misura della percentuale di acqua del fiume, dopo l’interruzione, che può essere immagazzinata in congrui serbatoi o riserve idriche, che regola le proprietà di flusso del fiume a valle dell’ostacolo.

Combinando questi due indici, i ricercatori sono giunti ad un modo di valutazione dell’impatto ambientale ideale di una diga già esistente o da costruire.

Così, per esempio, il Danubio è fortemente influenzato a monte dagli effetti dell’interruzione, mentre ne risente relativamente poco, in termini di regolazione della corrente, a valle, dove le dighe sono molte, ma i serbatoi idrici sono piccoli.

Il bacino Murray-Darling, nel Sudest dell’Australia, invece, è poco influenzato dall’interruzione a monte, mentre è fortemente influenzato dalla regolazione della corrente a valle, per la presenza di un numero modesto ma di un’ampia capacità dei serbatoi idrici.

“Le dighe non sono tutte uguali”, afferma Gunther Grill, autore dell’articolo. “Il nostro studio tiene conto non solo delle dimensioni di una diga, ma anche del punto del fiume in cui viene costruita; se in alta montagna, vicina alla sorgente, oppure molto a valle, in vicinanza di un delta; se è posizionata su un ramo principale di un fiume o solo su un modesto affluente”.

Sono 6374 le grandi dighe già esistenti nel mondo e 3377 quelle di cui si prevede la costruzione entro il 2030.

Attualmente il 48% del volume globale dei fiumi è moderatamente o pesantemente interessato dalla regolamentazione o dalla interruzione della corrente d’acqua. O da entrambi i fattori.

Qualora si raggiungesse il numero totale delle dighe sopra accennate, il volume globale dei fiumi salirebbe al 93%, gran parte del quale interesserebbe il bacino amazzonico.

Gli altri due grandi fiumi su cui è prevista la futura erezione di dighe sono il Mekong, nel Sudest asiatico, e il fiume Amur in Russia.

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