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Il nostro più antico antenato era una creatura simile ad un sacco

Scritto da Leonardo Debbia il 15.02.2017

Sono stati rinvenuti in Cina 45 esemplari fossili di quello che si ritiene sia l’antenato più antico in assoluto degli esseri umani, rimasto sconosciuto fino ad oggi.

Il microscopico organismo marino, simile ad un sacchetto, visse negli oceani terrestri circa 540 milioni di anni fa.

Chiamato Saccorhytus coronarius per la sua forma a sacco e una sorta di corona attorno alla grande bocca, si tratta di una specie del tutto nuova per la scienza.

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Illustrazione del Saccorhytus coronarius (credit: Conway Morris / Jian Han)

E’ la forma più primitiva dei cosiddetti ‘deuterostomi’, un’ampia categoria biologica che comprende un certo numero di sottogruppi, tra cui sono compresi anche i vertebrati.

Se le conclusioni dello studio, pubblicato sulla rivista Nature, risultassero corrette, Saccorhytus sarebbe da considerarsi l’antenato comune di una vasta gamma di specie e il primo passo nel percorso evolutivo che ha condotto, centinaia di milioni di anni dopo, anche agli esseri umani.

L’organismo ha dimensioni millimetriche e probabilmente ha vissuto tra i granelli di sabbia sul fondo del mare. Le sue caratteristiche si sono ben conservate nella documentazione fossile, ma – fatto insolito – i ricercatori non sono stati in grado di trovare alcuna prova che la creatura fosse provvista di un’apertura anale.

Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricerca, composto da membri delle Università di Cambridge, Regno Unito, e della North University di Xi’an in Cina, con il supporto di altre istituzioni in Cina e in Germania.

“Come deuterostomi primigeni, queste creature rappresentano l’inizio di una gamma molto ampia di specie, tra cui gli stessi esseri umani” dichiara.Simon Conway Morris, docente di paleobiologia evolutiva del St.John’s College, presso l’Università di Cambridge.

“Ad occhio nudo, i fossili studiati hanno l’aspetto di minuscoli granelli neri, ma al dettaglio del microscopio lasciano stupefatti. I deuterostomi hanno avuto un antenato comune e noi siamo certi di averlo trovato”.

Degan Shu, della Northwest University, aggiunge: “Il nostro team conta già diverse scoperte importanti in passato, tra cui il pesce più antico e una varietà di altri deuterostomi primitivi, ma il

Saccorhytus rappresenta un notevole aiuto per comprendere le prime fasi dell’evoluzione del gruppo che ha portato fino ai pesci e, passo dopo passo, agli esseri umani”.

La maggior parte degli altri gruppi ancestrali di deuterostomi sono databili tra 510 e 520 milioni di anni, quando era già iniziata la diversificazione non solo dei vertebrati, ma anche di ascidie, echinodermi (stelle marine e ricci di mare) ed hemicordatha.

Tanta diversità di specie ha reso estremamente difficile capire quale avrebbe potuto essere l’aspetto di un antenato comune.

I microfossili di Saccorhytus  sono stati rinvenuti nella provincia dello Shaanxi, nella Cina centrale, ed è antecedente a tutti gli altri deuterostomi conosciuti.

Isolando i microrganismi dalla roccia inglobante e quindi analizzando tutto il materiale, roccia  compresa, sia al microscopio elettronico che utilizzando la TAC, il team è stato in grado di ricostruire l’aspetto fisico e il modo di vita del Saccorhytus, scoprendo che le caratteristiche sono coerenti con le ipotesi avanzate sui primi deuterostomi.

“Abbiamo dovuto scavare volumi notevoli di calcare – circa tre tonnellate – per raggiungere i fossili”, precisa Jian Han, della Northwest University.

Nel primo Cambriano, la regione era un mare poco profondo. Saccorhytus era talmente piccolo che probabilmente ha vissuto tra i singoli granelli di sedimento del fondo marino.

La simmetria del corpo appare bilaterale – una caratteristica ereditata da molti dei suoi discendenti, compresi gli esseri umani – e risulta coperto da una pelle sottile, relativamente flessibile.

Questo suggerisce che l’animale fosse dotato di una sorta di muscolatura, che gli avrebbe potuto consentire dei movimenti contrattili.

Una caratteristica sorprendente appare il mezzo primitivo di nutrirsi e di espellere i resti:

una bocca grande rispetto al corpo, da cui ingurgitava particelle di cibo o anche altri microrganismi.

Da sottolineare le piccole strutture coniche sul corpo, che permettevano all’acqua inghiottita di venire espulsa; una sorta di organi precursori delle branchie nei pesci attuali.

I ricercatori non sono riusciti a trovare alcuna prova che l’animale fosse dotato di un’apertura anale e questo consente al prof. Conway Morris di ipotizzare che “se l’ano era assente, si deve presumere che le feci venissero espulse dalla bocca”.

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