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Germania sotto ghiaccio, 450mila anni fa

Scritto da Leonardo Debbia il 11.04.2018

I tempi dei cicli glaciali e interglaciali del Pleistocene medio e i meccanismi delle interazioni tra i cambiamenti climatici e i processi della superficie terrestre sono ancora poco conosciuti.

Questo è dovuto, in gran parte, al fatto che i dati cronologici dei sedimenti che rappresentano i periodi di clima periglaciale sono finora molto scarsi.

manufatto-paleolitico

“I sedimenti quaternari della Germania centrale sembrano essere, invece, degli archivi perfetti per comprendere i cambiamenti climatici che si sono verificati in quella regione durante gli ultimi 450mila anni”, afferma Tobis Lauer, un geocronologo presso l’Istituto Max Planck per l’Antropologia evolutiva di Lipsia. “Tutti i sedimenti che configurano l’avanzata e il ritiro dei ghiacciai scandinavi che avevano coperto l’Europa in quell’epoca sono infatti ben conservati in questa regione”.

I sedimenti della regione germanica e specialmente quelli interessanti l’area intorno alla città di Lipsia, sono ben documentati a causa delle decine di migliaia di trivellazioni eseguite negli ultimi decenni e di fosse rimaste aperte, in conseguenza all’estrazione del carbone.

Particolarmente rilevanti sono i giacimenti fluviali di fiumi locali quali il Weiser Elster e il Saale, che sono ben conservati tra le morene degli avanzamenti del ghiaccio denominati ‘Elsteriano’ e ‘Saaliano’ (dai nomi dei fiumi).

E’ necessario, a questo punto, precisare che i nomi delle due glaciazioni sono desunti dalla terminologia adottata per le ‘glaciazioni del Nord-Europa’, ma sono corrispondenti alle ‘glaciazioni alpine’ indicate, rispettivamente, come Mindel e Riss.

“Negli ultimi decenni, all’interno della comunità scientifica, sono stati molto discussi i tempi della prima grande glaciazione”, dice Lauer. “Con la datazione sistematica dei depositi fluviali abbiamo scoperto che la prima copertura glaciale della Germania Centrale durante la glaciazione dell’Elsteriano, si è verificata probabilmente circa 450mila anni fa, ovvero 100mila anni prima di quanto si pensasse”.

Per ottenere queste date i ricercatori si sono avvalsi della datazione a luminescenza, una tecnologia che determina quanto tempo fa i grani minerali si trovavano esposti alla luce del sole o al calore.

Oltre alle datazioni calcolate dal punto di vista geologico, il team è ricorso anche alle testimonianze antropologiche.

I depositi fluviali contengono anche manufatti in pietra del Paleolitico inferiore e medio, che forniscono informazioni di rilievo sulla iniziale diffusione umana nell’Europa centrale.

“Le prime tracce di una presenza umana nell’area, ascrivibile al Paleolitico inferiore, risalgono a circa 400mila anni fa e sono collegate molto probabilmente al periodo interglaciale successivo alla prima grande glaciazione”, dichiara il co-autore Marcel Weiss, archeologo presso l’Istituto Max Planck. “Queste tracce consistono di oltre 6000 manufatti in pietra del Paleolitico inferiore, recuperati dalle cave di ghiaia di Wallendorf e Schladebach, nella Sassonia-Anhalt”.

I manufatti in pietra del Paleolitico medio della stessa regione sono correlati con i giacimenti fluviali datati tra i 300mila e i 200mila anni fa e vengono associati ai Neanderthal.

I depositi pleistocenici di ghiaia del fiume, alla sommità della sequenza, nella ex-miniera di carbone nero di Zwenkau, che si trova a sud di Lipsia, in Sassonia, hanno restituito i più antichi manufatti del Paleolitico medio.

Questo inventario di artefatti, l’assemblaggio di utensili in pietra di “Eythra”, è infatti noto per la lavorazione manuale risalente a circa 280mila anni fa.

I sedimenti più recenti dai quali i ricercatori hanno ottenuto le nuove date appartengono alla cosiddetta glaciazione Saaliana (dal nome del fiume Saale, come detto in precedenza).

L’avanzata dei ghiacciai scandinavi nella Germania centrale che ha toccato il punto più a sud avvenne circa 150mila anni fa.

“Le nostre date avranno un impatto importante sulla comprensione della tempistica dei cicli glaciali e dei cambiamenti climatici durante le Ere glaciali in Europa”, affermano gli autori.

“La prima grande glaciazione ebbe un impatto enorme sull’ambiente e rimodellò l’intero paesaggio. Le nuove età assegnate ora al Paleolitico inferiore e medio ci aiuteranno in futuro a ricostruire i modi in cui gli esseri umani hanno popolato o ri-popolato la Germania centrale e l’Europa centrale a seguito di questo grande impatto climatico”.

I nuovi dati – aggiungiamo – consentiranno inoltre di esaminare ulteriormente le questioni relative alle modalità con cui gli esseri umani si adattarono e reagirono ai cambiamenti climatici tra i periodi glaciali e i periodi interglaciali caldi che caratterizzarono il Pleistocene medio, all’incirca tra i 450mila e i 150mila anni fa.

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