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Le migrazioni umane nel Sud-Est asiatico risalgono a 73mila anni fa

Scritto da Leonardo Debbia il 30.10.2017

Una ricerca che ha coinvolto due Università australiane, l’Università del Queensland (UQ), di Brisbane, e l’Università Macquarie, di Sidney, suggerisce che gli esseri umani moderni potrebbero essere usciti dall’Africa e giunti nel Sud-Est asiatico 20mila anni prima di quanto è stato finora ritenuto.

I risultati dello studio, che inizialmente era stato condotto separatamente ma che poi è stato portato avanti in collaborazione dai due Atenei, fanno ritenere che questi antichi antenati sarebbero riusciti a compiere il lungo percorso dalle coste africane all’Australia ancora prima dei Sapiens di cui è sicuro il passaggio, tra i 60 e i 65mila anni fa.

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Ingresso della Lida Ajer Cave sull’Isola di Sumatra (crediti: Julien Louys e Gilbert Price)

Il dr Gilbert Price della Scuola di Scienze della Terra ed Ambientali presso l’UQ ha

dichiarato che la datazione di un sito di una grotta nella parte Ovest dell’isola indonesiana di Sumatra, chiamata Lida Ajer, ha fornito la prima prova del transito attraverso quelle foreste pluviali da parte di uomini moderni.

“Le foreste non sono il luogo più semplice in cui vivere, soprattutto per un primate adattato alla vita della savana; quindi si ipotizza che questi esseri dovevano essere sicuramente progrediti sia per intelligenza, che per pianificazione e adattamento tecnologico”, afferma Price.

La caverna era stata già esplorata nel XIX secolo dal brillante antropologo olandese Eugene Dubois, famoso per la sua scoperta dell’Uomo di Giava’.

“Alla fine del 1800” – racconta Price – “Dubois visitò una serie di grotte nei pressi di Sumatra e in una, in particolare, recuperò alcuni denti umani di per sé interessanti, ma a cui nessuno all’epoca prestò molta importanza”.

“100 anni dopo, l’équipe della dott.ssa Kira Westaway, dell’Università di Macquarie, autore principale della ricerca, assieme alla mia équipe dell’Università del Queensland, in modi e tempi diversi, ebbero la fortuna di ritrovare e ispezionare le grotte.

“Fu una vera e propria avventura! Abbiamo finito per condividere con la dottoressa Westaway le informazioni assunte e così nacque la nostra collaborazione”.

A seguito di una approfondita documentazione sulla grotta, di una nuova analisi dei denti, tra cui la comparazione morfologica e la misurazione dello spessore dello smalto, nonché di nuove tecniche di datazione (luminescenza, risonanza, uranio) è stato così confermato che i denti scoperti nel 1800 appartenevano ad esseri umani moderni, ma che dovevano essere collocati più indietro nel tempo, tra i 63mila e i 73mila anni fa.

Questa datazione è risultata coerente con le stime stratigrafiche dei sedimenti rocciosi che includevano i fossili e con le ricostruzioni paleoclimatiche del livello marino al momento dell’accumulo dei depositi.

“Questa grotta è stata avvolta da dubbi dal primo momento in cui è stata scavata”, assicura la Westaway. “Abbiamo impiegato una serie di tecniche di datazione con diversi metodi per stabilire una cronologia quanto più attendibile che, dopo 120 anni, avrebbe finalmente messo la parola fine all’incertezza sull’età e sulla natura di quei denti”.

Nell’analisi è stata utilizzata l’attrezzatura avanzata del centro di UQ per la spettrometria di massa geoanalitica, un sistema valido sostenuto da tutti ricercatori provenienti dalle maggiori istituzioni di ricerca del Queensland.

“Siamo stati fortunati nel poter usufruire di alcuni dei migliori impianti messi a nostra disposizione, incluse le stesse strumentazioni già usate in precedenza per datare i famosi fossili dell’Hobbit dell’Asia sudorientale” sostiene Price.

Secondo la Westaway, la parte più difficile è stata quella di localizzare nuovamente il sito, avendo a disposizione, come guida, solo un disegno della grotta e una mappa approssimativa di una copia del taccuino originale di Dubois.

Il ritrovamento dei resti di Lida Ajer ben si accordano con l’arrivo dei primi esseri umani in Australia, che risulta anch’esso anticipato di una ventina di migliaia di anni da un recente studio.

D’altronde, il Sud-Est asiatico è una regione chiave nel percorso delle migrazioni umane dall’Africa all’Australia, in quanto tutti i gruppi umani che avessero inteso intraprendere il viaggio per passare in Australia avrebbero dovuto attraversare questa regione, per cui prima o poi si doveva trovare conferma dei tasselli mancanti al puzzle di questa parte di preistoria umana.

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