Un team di paleontologi, guidato da Eric Gorscak, ricercatore specializzato in Biologia della Ohio University, ha identificato in Tanzania una nuova specie di titanosauro, un membro dei sauropodi erbivori, rettili caratterizzati dal corpo di dimensioni enormi, forse i più grandi che abbiano mai abitato la terraferma che, con le loro 100 tonnellate e più di peso, hanno prosperato durante il periodo Cretaceo, l’ultimo dell’éra Mesozoica.
Anche se molti fossili di titanosauri sono stati scoperti un po’ovunque in ogni parte del mondo, soprattutto in Sud America, in realtà pochi ne sono stati rinvenuti nel continente africano.
I fossili di titanosauri trovati in Sud America sono infatti più di 30, contro i 4 trovati in Africa.
La nuova specie, denominata Rukwatitan bisepultus, è stata ritrovata inglobata nelle rocce di una parete nel Bacino di Rukwa Rift, nel sud-ovest della Tanzania.
Con l’aiuto di scavatori professionisti e di minatori, il team, composto, oltre a Gorscak, da Patrick O’Connor, docente di Anatomia dell’Heritage College of Osteopathic Medicins presso la Ohio University; da Nancy Stevens, ricercatrice dello stesso College e da Eric Roberts, docente della australiana James Cook University, ha portato alla luce vertebre, costole, arti e ossa pelviche nel corso di una campagna di scavo, durata due intere stagioni.
Scansioni al computer sui resti fossili combinate con un dettagliato confronto con l’anatomia di altri sauropodi, hanno rivelato caratteristiche uniche, che suggeriscono, di fatto, un animale diverso dai precedenti reperti, comprendendo anche quelli rinvenuti in altre parti dell’Africa, secondo quanto pubblicato dal team sulla rivista Journal of Vertebrate Paleontology.
“Usando sia metodi tradizionali che metodi digitalizzati, siamo stati in grado di collocare la nuova specie nell’albero genealogico dei dinosauri sauropodi, determinarne la sua unicità e distinguere altre specie con cui questa poteva essere più strettamente correlata”, ha affermato Gorscak.
Rukwatitan bisepultus visse circa 100 milioni di anni fa, nel Cretaceo medio.
Il gruppo dei sauropodi titanosauri, che comprende Rukwatitan, è costituito da dinosauri erbivori, conosciuti per le loro enormi dimensioni corporee e il lungo collo.
Anche se non si trattava forse di uno degli esemplari più grandi in assoluto, è stato stimato che Rukwatitan fosse dotato di un arto anteriore lungo due metri e avesse un peso pari a quello di alcuni elefanti.
Le ossa mostrano analogie con un altro titanosauro, Malawisaurus dixeyi, recuperato precedentemente nel Malawi. Ma i due dinosauri dell’Africa australe, seppur vicini, sono però nettamente diversi, in particolare da tutti gli altri titanosauri conosciuti che popolavano l’Africa del Nord, secondo quanto afferma O’Connor.
“Possono esserci certe caratteristiche ambientali, come deserti, grandi corsi d’acqua e catene montuose, che potrebbero aver limitato i movimenti e la diffusione di questi grandi rettili e favorito l’evoluzione di faune regionali distinte”, osserva O’Connor. “Soltanto indagini e dati supplementari sulle faune e i paleoambienti di tutto il continente africano ci permetteranno di provare la validità di questa ipotesi”.
Oltre a fornire nuovi dati sull’evoluzione delle specie nell’Africa sub-sahariana, lo studio contribuisce anche a tracciare un ritratto globale dei titanosauri che vivevano nei vari habitat di tutto il mondo durante il Tardo Cretaceo.
“Molto di quello che sappiamo sulla storia evolutiva dei titanosauri deriva dalle molte scoperte in Sud America, un continente che ha subito una costante separazione durante il Cretaceo”, dichiara Gorscak. “Con la scoperta di Rukwatitan e lo studio del materiale fossile rinvenuto nel vicino Malawi stiamo cominciando a colmare una lacuna importante in questa parte del mondo”.