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Eccezionali pennacchi su Marte sconcertano gli scienziati

Scritto da Leonardo Debbia il 26.02.2015

Le inconsuete osservazioni dei giganteschi pennacchi che si innalzano fino a quote di 250 chilometri dalla superficie di Marte hanno provocato un certo stupore e qualche discussione tra gli scienziati che studiano il clima del pianeta rosso.

In due diverse occasioni, nel marzo e nell’aprile 2012, alcuni astronomi dilettanti avevano riferito di aver notato delle formazioni particolari, simili a lunghi pennacchi, svilupparsi dalla superficie del pianeta ed estendersi fino a quote molto elevate.

Questi pennacchi si elevavano, infatti, oltre 250 chilometri al di sopra di alcune aree di Marte e costituivano, riguardo questa estensione del fenomeno, una novità assoluta, dal momento che, in passato, fenomeni simili, consistenti in formazioni di nubi di cristalli di ghiaccio, d’acqua o d’anidride carbonica, non avevano mai superato i 100 chilometri d’altezza.

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A destra, il pianeta Marte con l’indicazione del fenomeno e, a sinistra, gli estesi pennacchi  osservati sulla sua superficie nel 2012 (crediti: Grupo Ciencias Planetarias GCP – UPV / EHU)

“E’ da tener conto che, a 250 chilometri dalla superficie del pianeta, la divisione tra atmosfera e spazio esterno è molto sottile, e quindi i pennacchi avvistati risultano un evento nuovo e inaspettato”, commenta Augustin Sanchez-Lavega, un fisico dell’Università dei Paesi Baschi a Bilbao, in Spagna, autore principale dell’articolo comparso per l’occasione sulla rivista Nature.

Queste formazioni sono apparse molto brillanti e caratterizzate da un andamento ciclico, con uno sviluppo che, in meno di 10 ore, riusciva a coprire un’area di 500mila chilometri quadrati, rimanendo visibile per circa 10 giorni e cambiando struttura di giorno in giorno.

Nessun strumento dalla navicella orbitale Mars è riuscito a rilevare alcunché, a causa della posizione del veicolo spaziale e per via delle condizioni di illuminazione.

Tuttavia, il controllo degli archivi delle immagini dell’Hubble Space Telescope tra il 1995 e il 1999, assieme ai database delle immagini amatoriali riprese tra il 2001e il 2014, hanno rivelato nubi occasionali sollevarsi nell’atmosfera marziana e salire fino a 100 km di altezza.

Ma un’altitudine di 250 chilometri è tutt’altra cosa!

Gli scienziati stanno ora lavorando per determinare la natura e la causa dei pennacchi, utilizzando i dati forniti dall’ Hubble, in combinazione con le immagini scattate dagli osservatori dilettanti.

“Un’ipotesi che abbiamo discusso è che questo fenomeno consista in una nube riflettente di ghiaccio d’acqua o di anidride carbonica o di particelle di polvere, ma questo evento richiederebbe deviazioni eccezionali dai modelli di circolazione atmosferica standard per spiegare formazioni nuvolose che si spingano ad altitudini così elevate”, afferma Augustin.

Su Marte, le formazioni di nubi di cristalli di ghiaccio non sono una novità, ma finora erano rimaste sempre confinate a quote molto più basse – tutt’al più di 100 chilometri – mentre le nubi di polveri riuscivano a malapena a raggiungere i 60 chilometri di altezza.

Questa estensione del fenomeno è un fatto nuovo.

“Una seconda ipotesi prevede che si tratti di emissioni di luce relative ad aurore boreali dovute all’interazione tra particelle in arrivo dal Sole e anomalie magnetiche della crosta di Marte”, aggiunge Garcia Munoz, ricercatore presso l’European Space Research and Technology Centre (ESTEC) dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea, nonchè co-autore dello studio.

Questa seconda tipologia di nubi era stata osservata nel 2004 dalla missione Mars Express dell’ESA ed era stata imputata a particelle solari che, collidendo con molecole gassose dell’atmosfera più esterna del pianeta, producevano caratteristiche emissioni luminose.

Le anomalie magnetiche della crosta, quali resti di un antico campo magnetico – attualmente assente su Marte – erano state rilevate dalla sonda Mars Global Surveyor della NASA e avrebbero potuto favorire la formazione delle aurore luminose, ma anche queste contenute entro 130 chilometri di altezza.

In un caso o nell’altro, resta l’altitudine eccezionale del fenomeno.

Dunque, il mistero, al momento, persiste.

Ulteriori approfondimenti dovrebbero essere possibili soltanto dopo l’arrivo dell’ExoMars Trace Gas Orbiter dell’ESA, l’ambiziosa serie di missioni volta a capire se la vita sia mai esistita sul pianeta rosso, il cui inizio è previsto per il gennaio del 2016.

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