Scrutando nello spazio, la superficie di Mercurio appare scura e non riflette luce, un fenomeno che ha a lungo lasciato perplessi gli scienziati a causa della bassa presenza sulla superficie del pianeta del ferro (meno del 2 per cento), l’unica sostanza finora pensata per impedire la riflessione della luce.
Il ferro è un materiale che tende a oscurare corpi celesti privi di atmosfera come la Luna e gli asteroidi. Anche su Mercurio manca un’atmosfera, e ciò permette la trasformazione della piccola quantità di ferro disponibile in ferro metallico submicroscopico; questo contribuisce alla sua superficie scura, ma tale effetto non è sufficiente a spiegare le osservazioni di Mercurio. Come risultato, i ricercatori hanno a lungo ipotizzato un “misterioso agente oscurante”, che deve trovarsi sulla superficie di Mercurio.
In uno studio pubblicato di recente da Nature Geoscience, un team di ricercatori ha indagato se il carbonio, arrivato su Mercurio attraverso comete e polvere interplanetaria, potrebbe essere il misterioso inafferrabile agente oscurante.
“Il nostro studio risponde ad un mistero di lunga data sul perché la superficie di Mercurio sia più scura della superficie della Luna, indicando il carbonio come l’agente oscurante, difficile da rilevare con i metodi di telerilevamento disponibili,” ha detto l’autore Megan Bruck Syal, un ricercatore di post-dottorato presso il Lawrence Livermore National Laboratory. “Mercurio è effettivamente nero a causa del costante afflusso di micrometeoriti ricchi di carbonio.”
Calcoli numerici per valutare l’arrivo dei micrometeoriti e del carbonio su Mercurio hanno rilevato che le comete sarebbero sufficienti a spiegare la presenza di carbonio sulla superficie di Mercurio. Le relativamente basse velocità di impatto di questi micrometeoriti permetterebbero un’abbondanza di carbonio di superficie vicino al 3-6 per cento.
Esperimenti di impatto nell’Ames Vertical Gun Range hanno anche testato se carbonio potesse essere efficacemente trascinato all’interno di composti vetrosi, prodotti della fusione da impatto. I risultati sono stati coerenti con le osservazioni da telerilevamento del pianeta da parte della missione MESSENGER, suggerendo inoltre un ruolo importante per il carbonio sulla superficie di Mercurio.
“Senza campioni provenienti da Mercurio, gli scienziati planetari si basano sulla modellazione spettrale della superficie di Mercurio per interpretare la sua composizione e la sua storia geologica”, ha detto Syal. “Comprendere il ruolo di micrometeoriti nella fornitura di materiale ricco di carbonio a Mercurio fornisce nuovi modi per interpretare le osservazioni del pianeta. Inoltre, stiamo lavorando su come i micrometeoriti potrebbero aver fornito altri materiali al pianeta, compresa l’acqua.”