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Pianeti extrasolari: nane bianche e brune non sono buone candidate

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 21.11.2012

Gli astronomi sono da tempo impegnati nella ricerca di pianeti extrasolari abitabili. La ricerca si muove per esclusione, cercando i pianeti che potrebbero avere le caratteristiche necessarie ad ospitare la vita. Secondo una ricerca di  Rory Barnes, dell’Università di Washington e René Heller del Leibniz Institute for Astrophysics Potsdam le nane bianche e le nane brune, che fino ad ora erano ritenute stelle che potevano avere in orbita pianeti potenzialmente abitabili, in realtà non sono delle buone candidate.

Pianeta extrasolare

Perchè un pianeta possa ospitare la vita deve avere la luce e una temperatura che consenta la presenza di acqua allo stato liquido. Attualmente non ci sono pianeti simili alla Terra orbitanti attorno a nane bianche e brune, ma questo non vuol dire che non ci siano in assoluto.

Le nane bianche sono i nuclei caldi di stelle morte e le nane brune sono stelle mancate che non hanno una reazione nucleare attiva come succede nel Sole. In teoria, entrambe possono essere abbastanza luminose per sostenere una zona abitabile – in modo che ci sia acqua allo stato liquido per sostenere la vita.

E’ fondamentale però che il pianeta non si trasformi in una ‘serra’, come nel caso di Venere, perchè in questo caso l’alta temperatura asciuga l’acqua allo stato liquido dalla superficie del pianeta per sempre.

Le nane bianche e brune condividono una caratteristica comune che le distingue dalle normali stelle come il Sole: si raffreddano lentamente e diventano meno luminose nel tempo. E mentre si raffreddano, le loro zone abitabili si riducono gradualmente. Così, un pianeta che si trova al centro della zona abitabile di una nana bianca o bruna deve prima aver prima trascorso del tempo molto vicino alla stella che le ha generate, e quindi in un’area non abitabile, come nel caso di Mercurio nel nostro sistema solare.

Proprio a causa del loro passato, questi pianeti hanno poche possibilità di essere abitabili, ha spiegato Barnes, anche se si trovano proprio in quella zona abitabile. In poche parole, quando un pianeta che orbita attorno ad una nana bianca o marrone si trova in una fase di abitabilità per ciò che riguarda la luminosità, ha poche possibilità di avere acqua allo stato liquido.

“Questi pianeti, se li troviamo oggi in una zona abitabile, in precedenza devono essere passati attraverso una fase che li ha sterilizzati per sempre”, ha detto Barnes. E Heller ha aggiunto: “Quindi, anche se si trovano nella zona abitabile oggi, sono già morti.”

La ricerca è stato pubblicata sulla rivista Astrobiology.

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