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Vesta: in dubbio le teorie sulla formazione dei pianeti

I dati della missione Dawn su Vesta potrebbero sconvolgere le attuali teorie di formazione dei pianeti

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.07.2014

Nuovi dati sull’asteroide Vesta danno nuove informazioni sulla formazione dei pianeti rocciosi.

La missione spaziale Down ha consentito ai ricercatori dell’École polytechnique fédérale de Lausanne in collaborazione con un team internazionali di scienziati, grazie a nuove simulazioni e ai nuovi dati ricevuti, di comprendere meglio la struttura dell’asteroide Vesta e la sua struttura interna. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, mettein discussione i modelli di formazione dei pianeti rocciosi, anche quello della Terra.

Asteroide Vesta

Crediti: EPFL

Vesta è l’unico asteroide noto che ha una struttura simile alla Terra, (nucleo, mantello e crosta) rendendolo un laboratorio eccezionale per verificare le ipotesi e teorie sulla formazione del nostro pianeta.La sonda Dawn della NASA ha orbitato attorno all’asteroide Vesta, che si trova fra Marte e Giove, fra il luglio 2011 e il luglio 2012. Grazie ai dati della sonda gli scienziati hanno potuto appurare che la crosta dell’asteroide è quasi tre volte più spessa del previsto.

I dati, inoltre, mettono in crisi la teoria che sostiene che i pianeti si siano composti a partire da una nube caldissima che si è poi compattata in alcuni nuclei che si sono poi riscaldati.

I ricercatori hanno infatti spiegato che ciò che colpisce è l’assenza di un particolare minerale, l’olivina, sulla superficie dell’asteroide, ha detto il ricercatore.

L’olivina è uno dei componenti principali delle superfici dei pianeti e avrebbe dovuto trovarsi in grandi quantità sulla superficie di Vesta, a causa dell’impatto meteoritico che, secondo le simulazioni al computer, ha scavato nel polo sud del corpo celeste fino ad una profondità di 80 km, catapultando grandi quantità di materiali in superficie. L’impatto, spiegano gli scienziati, ha creato il 5% dei meteoriti che sono giunti sulla Terra. Anche queste meteoriti di Vesta giunte sulla Terra mancano di olivina e Dawn non ha rilevato olivina vicino ai crateri da impatto meteoritico su Vesta.

“Questo significa che la crosta dell’asteroide non è spessa 30 chilometri, come suggerito dai modelli, ma più di 80 km”, ha detto Harold Clenet, uno degli scienziati del team. Secondo il team la crosta potrebbe essere stata inspessita da rocce igneee di grandi dimensioni, centinaia di metri, alcune delle quali possono essere emerse in superficie.

Gli scienziati sostengono che il modello di costituzione di Vesta e anche della Terra, e il loro movimenti di fusione e solidificazione interna andrebbero rivisti.

Il modello, spiegano, dovrebbe essere più complesso, e tenere conto non solo della composizione, ma anche dell’orbita, delle dimensioni e dei tempi di raffreddamento.

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