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Voyager 1 scopre una nuova regione del nostro sistema solare

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 04.12.2012

WASHINGTON – La sonda della NASA Voyager 1 è entrata in una nuova regione ai confini del nostro sistema solare che secondo gli scienziati sarebbe l’ultima area che il veicolo spaziale deve attraversare prima di raggiungere lo spazio interstellare.

Gli scienziati si riferiscono a questa regione come una nuova autostrada magnetica per le particelle cariche, perché le linee del campo magnetico del nostro sole sono collegate a linee di campo magnetico interstellare.

Questo collegamento consente che diminuiscano le particelle a bassa energia, che hanno origine all’interno della nostra eliosfera,  la bolla di particelle cariche che il Sole produce attorno a sé, e consente così alle particelle ad alta energia di entrare.  
Prima di entrare in questa regione, le particelle cariche rimbalzano in tutte le direzioni, come se fossero intrappolate all’interno dell’eliosfera.

Il team di scienziati del Voyager ha dedotto da questo che tale regione si trova ancora all’interno della bolla solare perché la direzione delle linee di campo magnetico non è cambiata. I ricercatori prevedono che la direzione cambierà quando la sonda Voyager irromperà nello spazio interstellare. I nuovi risultati sono stati descritti al meeting dell’American Geophysical Union a San Francisco ieri.

“Anche se Voyager 1 è ancora nel nostro sistema solare, ora possiamo cominciare a presentire come ci si sentirà al di fuori di questa zona, perché riusciamo a vedere che le particelle schizzano dentro e fuori attraverso questa strada magnetica”, ha detto Edward Stone, scienziato del progetto Voyager con sede presso il California Institute of Technology, Pasadena. “Crediamo che questa sia l’ultima tappa del nostro viaggio nello spazio interstellare. La nostra ipotesi migliore è che è probabile che si tratti di un lasso di tempo che va da pochi mesi ad un paio di anni. La nuova regione non è come ce la aspettavamo, ma ci si aspetta l’inaspettato da Voyager.”

Dal dicembre 2004, quando Voyager 1 ha attraversato un punto nello spazio chiamato il termination shock, la navicella ha esplorato lo strato esterno dell’eliosfera, chiamata heliosheath. In questa regione, il flusso di particelle cariche provenienti dal Sole, noto come vento solare, è bruscamente rallentato. L’ambiente attorno al Voyager 1 è stato costante per circa cinque anni e mezzo. La navicella poi ha rilevato che la velocità di andata del vento solare è rallentata fino ad arrivare  a zero.

Anche l”intensità del campo magnetico è iniziata ad aumentare in quel momento.

I  dati provenienti da due strumenti a bordo del Voyager che misurano le  particelle cariche hanno mostrato che la prima sonda è entrata in questa regione magnetica  il 28 luglio 2012. La sonda è entrata e uscita dalla regione più volte. Vi è rientrata di nuovo il 25 agosto e da allora vi si trova stabilmente.

“Se dovessimo giudicare solo dai dati delle particelle cariche, avrei pensato che erano al di fuori della eliosfera”, ha detto Stamatios Krimigis, ricercatore principale dello strumento a bassa energia di particelle cariche, con sede presso la Johns Hopkins Applied Physics Laboratory, Laurel, Md . “Ma abbiamo bisogno di guardare a ciò che tutti gli strumenti ci dicono e solo il tempo ci dirà se le nostre interpretazioni sono corrette.”

I dati della sonda hanno rivelato che il campo magnetico diventa più forte ogni volta che Voyager entra nella regione. Tuttavia, la direzione delle linee del campo magnetico non sono cambiate.

“Siamo in una regione magnetica diversa da qualsiasi altra che abbiamo incontrato prima – circa 10 volte più intensa rispetto a prima della termination shock – ma i dati del campo magnetico mostrano alcune indicazioni che siamo nello spazio interstellare”, ha detto Leonard Burlaga, un membro del team Voyager che si occupa del magnetometro del Goddard Space Flight Center della NASA di Greenbelt, nel Maryland. “I dati del campo magnetico si sono rivelati la chiave per individuare quando abbiamo attraversato il termination shock. E ci aspettiamo che questi dati ci dicano quando abbiamo raggiunto lo spazio interstellare.”

Voyager 1 e 2 sono state lanciate  nel 1977 e almeno uno dei veicoli spaziali ha visitato Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Voyager 1 è il più distante oggetto nello spazio costruito dall’uomo, a circa18 miliardi km di distanza dal Sole. Il segnale da Voyager 1 impiega circa 17 ore per arrivare sulla Terra. Voyager 2, la nave spaziale che ha funzionato più a lungo in modo continuo, si trova a circa 15 miliardi km di distanza dal nostro sole. Mentre Voyager 2 ha visto modifiche simili a quelle viste dal Voyager 1, per questa sonda i cambiamenti sono molto più graduali. Gli scienziati non credono che Voyager 2 abbia raggiunto la zona magnetica.

 

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