Avio Aero – una società di GE Aviation che opera nella progettazione, produzione e manutenzione di componenti e sistemi per l’aeronautica – ha inaugurato la scorsa settimana a Cameri (Novara) un nuovo stabilimento. Unico in Italia e tra i più grandi al mondo nel suo genere, sarà interamente dedicato all’Additive Manufacturing, una tecnologia all’avanguardia che rivoluzionerà l’industria aeronautica.
Ma che cos’è l’Additive Manufacturing? Nota anche come stampa 3D, è una tecnologia che consente di realizzare oggetti solidi di qualunque forma partendo da un modello digitale, attraverso la fusione e aggregazione (strato su strato) di polveri di speciali leghe metalliche.
L’additive manufacturing risponde alle principali sfide dell’industria aeronautica del futuro: la riduzione dei pesi dei componenti, da cui derivano risparmio nei consumi e minori emissioni in volo, la riduzione dei tempi di produzione, utilizzando leghe metalliche sempre più innovative e resistenti.
I vantaggi sono l’assenza di emissioni di sostanze nocive in atmosfera, il minor spreco di materiale ed energia per la produzione dei pezzi e la realizzazione di prodotti più omogenei, resistenti e leggeri.
Una delle tecnologie di stampa 3D utilizzate nello stabilimento italiano di Avio Aero è l’EBM (Electron Beam Melting), tecnologia che impiega un fascio di elettroni nel processo di fusione delle polveri utilizzando polveri di TiAl, lega metallica formata in prevalenza da titanio e alluminio. L’altra tecnologia è il DMLS (Direct Metal Laser Sintering), un sistema che utilizza un raggio laser per la fusione di molte polveri metalliche già disponibili. È la tecnologia “a letto di polvere” attualmente più diffusa al mondo.
Lo stabilimento di Cameri (2.400 mq) potrà ospitare fino a 60 macchine per la realizzazione di componenti con Additive Manufacturing, come le palette per turbine di bassa pressione o gli iniettori per combustori aeronautici. Più due atomizzatori per la produzione diretta delle polveri metalliche e due impianti per il trattamento termico dei componenti.
Lo stabilimento sarà capace di dar vita a componenti per motori di aerei ed elicotteri per uso civile e militare.
Questa tecnologia permette anche una netta riduzione della materia prima adoperata: se con i sistemi tradizionali servivano in media 4 chilogrammi di materiale, ora si scende a soli 1,1, grazie a un sistema che parte dalle polveri di metalli di base fuse insieme da un fascio di luce laser e di elettroni.
La tecnologia della stampa 3D, non solo di pezzi metallici ma anche plastici, è così promettente che la Nasa sta addirittura pensando di realizzare delle tecniche di produzione 3D per i pezzi di ricambio nelle missioni nello spazio profondo, ad esempio su Marte, quando gli astronauti saranno separati dalla Terra da mesi o anni di navigazione nello spazio.
stampante 3d sembra mini laboratorio. spero efficiente.