Fonte Wikipedia Foto: Thomas Lersch
Alcuni scienziati delle Università di Oxford e Chicago hanno ricostruito per la prima volta la mappa genetica degli scimpanzé grazie alla ricombinazione.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scienze Express, mostra che alcuni eventi genetici sono sorprendentemente diversi da quelli che avvengono nel genoma umano.
La ricombinazione genetica è il processo biologico che mescola il DNA parentale durante la produzione di sperma e uova. Questo fondamentale meccanismo è condiviso da quasi ogni forma di vita: senza la ricombinazione saremmo tutti geneticamente identici. La selezione naturale interviene in questo processo preferendo i profili genetici più vantaggiosi per consentire la sopravvivenza dei ‘più adatti’.
L’obiettivo della ricerca, guidata dai professori Gil McVean e Peter Donnelly del Wellcome Trust Centre for Human Genetics della University of Oxford, era quello di indagare come la ricombinazione sia evoluta nella storia recente di uomini e primati. Per lo studio gli scienziati hanno interamente sequenziato i genomi di dieci scimpanzé occidentali e hanno individuato delle differenze tra le sequenze dei loro DNA.
Analizzando queste differenze nel DNA, sono riusciti a realizzare la mappatura tramite gli eventi di ricombinazione che mescolano il materiale genetico dei progenitori degli scimpanzé e hanno poi confrontato questi modelli con quelli umani.
Infatti in uno studio precedente, i ricercatori guidati dal dottor Simon Myers della University of Oxford, avevano dimostrato che sia negli scimpanzé che negli uomini la ricombinazione avviene solo in alcuni specifici luoghi del genoma, noti come ‘hotspot genetici’. Circa il 40% di queste regioni è legato ad una particolare sequenza di DNA.
Questo nuovo studio ha provato che non esiste alcuna sovrapposizione nei ‘luoghi’ della ricombinazione di uomini e scimpanzé. Un risultato sorprendente considerando che i due genomi sono quasi identici e che esistono numerose similitudini a livello cellulare tra le due specie.
Una proteina chiamata PRDM9 si lega alla lettera 13 del DNA e pare che giochi un ruolo fondamentale nell’identificazione degli ‘hotspots’ sia negli uomini che in altre specie. Eppure il gene che produce questa proteina differisce in modo significativo non solo negli uomini e negli scimpanzé, ma anche tra gli scimpanzé stessi. I ricercatori ritengono che questa possa essere la spiegazione della mancata sovrapposizione.
Il professor Donnelly definisce ‘emozionante’ questa differenza tra uomini e scimpanzé. Lo studio che aveva come obiettivo l’approfondimento della conoscenza del fenomeno della ricombinazione e della sua evoluzione nel tempo, potrebbe invece suggerirci nuovi indizi a proposito del sorgere di nuove specie.