Gaianews

Vaste falde acquifere sotto i fondali marini

Scritto da Leonardo Debbia il 13.12.2013

Gli scienziati hanno scoperto enormi riserve di acqua dolce sotto gli oceani, che potrebbero offrire nuove opportunità per evitare una incombente crisi idrica globale.

E’ stimata in mezzo milione di chilometri cubi la quantità di acqua a bassa salinità sottostante il fondo marino (crediti: Fotolia)

Un nuovo studio, pubblicato agli inizi di questo mese sulla rivista Nature, rivela che mezzo milione di chilometri cubi di acqua a bassa salinità sono collocati sotto il fondo marino sulle piattaforme continentali di tutto il mondo. 

Quest’acqua, che potrebbe essere usata per rifornire tutte le città costiere del mondo, è stata localizzata in più parti, al largo dell’Australia, della Cina, del Nord America e del Sud Africa.

“Il volume di questa risorsa d’acqua è cento volte superiore alla quantità che abbiamo estratto dalle profondità della superficie terrestre nel secolo scorso dal 1900 in poi”, assicura Vincent Post, ricercatore del Centro Nazionale per la Ricerca e la Formazione delle acque sotterranee (NCGRT) e della Scuola per l’Ambiente alla Flinders University. “Sapere dell’esistenza di queste riserve è una grande notizia, perché questa quantità d’acqua potrebbe rifornire alcune aree della Terra per decenni”.

Post afferma che gli scienziati avevano già ipotizzato l’esistenza di acqua dolce sotto i fondali marini, ma ritenevano che la sua origine fosse un evento raro, particolare.

“La nostra ricerca mostra che le falde acquifere dolci e salmastre sotto i fondali marini sono invece un fenomeno piuttosto comune”, asserisce.

Queste riserve si sarebbero formate nel corso delle ultime centinaia di migliaia di anni, quando il livello del mare era in media molto più basso dell’attuale e le linee di costa erano più distanti.

“In tali condizioni, quando pioveva, l’acqua si infiltrava nel terreno e riempiva avvallamenti e depressioni che oggi sono situate sotto il livello del mare. Questo è accaduto in tutto il mondo e quando il livello del mare è aumentato in conseguenza della fusione delle calotte di ghiaccio, circa 20mila anni fa, queste aree sono state ricoperte dal mare. 

Molte di queste zone erano e sono tuttora protette dal venire a contatto con l’acqua marina dagli strati di argilla e dai sedimenti che si trovano sopra di esse”.

Queste falde acquifere ‘sottomarine’ sono simili a quelle che troviamo sottoterra e dalle quali gran parte della popolazione mondiale attinge l’acqua potabile. La loro salinità è, tra l’altro, abbastanza bassa per cui non sarebbe difficile renderle potabili, secondo Post.

“Ci sono due modi per accedere a quest’acqua”, sottolinea Post. “Costruire piattaforme in mezzo al mare e perforare direttamente dal fondo o perforare dalla terraferma in vicinanza delle coste o di isole vicine alla falda acquifera sottomarina”.

La perforazione dal mare potrebbe essere molto costosa ma Post avverte che questa fonte di acqua dolce non può essere sottovalutata, anzi vanno attentamente analizzati i costi per la captazione, la sostenibilità e l’impatto ambientale rispetto ad altri mezzi con cui attingere acqua potabile, come la desalinizzazione o addirittura la costruzione di grandi dighe sulla terra.

“L’acqua sotto gli oceani è molto meno salata dell’acqua di mare”, ricorda Post. “Questo significa che quest’acqua potrebbe essere resa potabile con un dispendio minore di energia di quanta ne occorre per la dissalazione dell’acqua di mare, evitando, al tempo stesso, di lasciare ipersalina l’acqua residua.

© RIPRODUZIONE RISERVATA