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Verso le minuscole fabbriche che producono le medicine dentro il corpo

Scritto da Hoda Arabshahi il 29.06.2012

NanotecnologiaUn gruppo di scienziati ha annunciato un passo avanti verso possibili cure con l’aiuto di minuscole capsule che contengono frammenti di DNA e altre macchine molecolari adatte a produrre farmaci specifici.

In un articolo che è stato pubblicato sulla rivista Nano Letters, i ricercatori della Fondazione Misrock e della Fondazione di ricerche delle Scienze della Vita, hanno descritto le capsule come contenenti macchine molecolari di dimensioni nano e micrometriche che contengono istruzioni geneticamente codificate, un dispositivo di lettura e una linea di montaggio per la sintesi proteica che può essere spostata con un segnale esterno.

Daniel Anderson e i suoi colleghi spiegano che lo sviluppo delle unità produttive  per i farmaci basati sulle proteine nel corpo umano   potrebbe offrire nuovi approcci per curare diverse malattie. Queste unità produttive sarebbero in grado di essere accese quando è necessario, producendo le medicine che non possono essere assunte per via orale o sono tossiche e quindi danneggiano altre parti del corpo.

Finora, i ricercatori hanno sperimentato solo batteri vivi che sono stati progettati per produrre le proteine nei siti di alcune malattie. Ma al contario dei sistemi batterici, quelli artificiali sono modulari  e potrebbero essere modificati più facilmente.

Il team di Anderson ha sviluppato un sistema artificiale di nanoparticelle attivato a distanza che contiene il DNA e le altre parti necessarie per produrre le proteine.

Gli scienziati hanno descritto le unità produttive su scala nanoscopica come minuscole sfere in grado di incapsulare le macchine costruttrici delle proteine come quelle che si trovano nelle cellule viventi.

Inoltre, le nanoparticelle ottenute hanno prodotto le proteine attive “su richiesta”, quando i ricercatori le hanno fatte aprire tramite un laser. Le nanoparticelle hanno anche funzionato quando sono state iniettate in cavie di laboratorio.

Secondo gli esperti, questa innovazione sarà utile per trasportare meglio i farmaci nell’organismo direttamente nella zona malata, riducendo quindi la quantità di farmaco necessaria e gli effetti collaterali.

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