Invasori, pirati, guerrieri. I libri di storia descrivono i Vichinghi come guerrieri feroci, di alta statura, dall’aspetto reso più truce dalle barbe incolte, i lunghi baffi e i biondi capelli scarmigliati.
Erano ritenuti crudeli predatori che, partendo dalle coste scandinave, dominavano tutto il Nord Atlantico con le loro scorrerie, allo scopo di devastare e razziare gli insediamenti costieri di tutta Europa, accompagnati dalla fama di uomini insensibili, senza pietà, inclini solo al saccheggio e alle violenze.
Ora, un team di studiosi del St John’s College presso l’Università di Cambridge, che ha sequenziato il genoma di più di 400 scheletri di vari siti archeologici in tutta Europa e in Groenlandia, racconta tutta un’altra storia.
Alla luce delle nuove scoperte, molti luoghi comuni sui Vichinghi sono da sfatare, da rivedere sotto una luce diversa.
Gli scheletri rinvenuti in famosi luoghi di sepoltura della Scozia e riconosciuti finora come Vichinghi, appartenevano, in realtà, ad abitanti locali, che avrebbero assunto identità vichinghe e sarebbero stati sepolti come vichinghi.
Anche sui caratteri fisici si è fantasticato parecchio: in realtà, non tutti i vichinghi erano giganti biondi; molti avevano una statura media e capelli castani.
Infine, l’identità vichinga non si accorda con origini genetiche esclusivamente scandinave.
La storia genetica della Scandinavia, finora sconosciuta, è stata influenzata da geni stranieri, addirittura provenienti dall’Asia e dall’Europa meridionale nel corso del IX secolo, ben prima dell’inizio dell’età vichinga; quel periodo di tempo intercorso tra l’800 d.C. (poco dopo la prima incursione di cui si ha certezza), fino alla conquista normanna dell’Inghilterra, nel 1066.
E’ stato anche constatato che nella popolazione del Regno Unito, la presenza di un’eredità genetica vichinga permane ancor oggi in una percentuale individuale del sei per cento.
Lo studio, durato circa sei anni e condotto dal prof. Eske Willerslev, membro del St John’s College nonchè direttore della Lundbeck Foundation GeoGemnetics Centre presso l’Università di Copenhagen, sulla rivista scientifica Nature ha corretto l’immagine tradizionale dei Vichinghi, aggiornandola e riproponendola ex-novo.
“Abbiamo una falsa immagine dei Vichinghi, dipinti come guerrieri appartenenti ad un solo popolo, concordi e ben amalgamati, mentre compiono scorrerie contro i regnanti di tutta Europa. Questo è quanto ci è stato erroneamente tramandato”, afferma Willerslev.
“Per la prima volta, questo studio dimostra che quel mondo, nella realtà, non corrispondeva affatto a quello narrato, cambiando così la percezione di chi e che cosa fosse effettivamente un vichingo.
“Prima d’ora, nessuno avrebbe potuto prevedere che questi incisivi flussi genetici non fossero scandinavi e che fossero invece giunti in Scandinavia prima e durante l’età vichinga, con radici da ricercarsi sia nell’Europa meridionale che in Asia”.
Di scandinavo è certa solo la derivazione del nome. La parola viking infatti deriva dal termine scandinavo ‘vikingrs‘ che significa, generalmente, ‘pirata‘ o ‘uomo del mare‘.
Questi ‘uomini del mare‘, cambiarono il corso politico e genetico dell’Europa: Knut il Grande divenne re d’Inghilterra. Leif Reiksson viene considerato il primo europeo che raggiunse il Nordamerica, 500 anni prima di Colombo. E Olaf Tryggvason è ritenuto il primo ad aver introdotto il Cristianesimo in Norvegia.
Il loro rapporto con il mare li portò a vivere gran parte della loro esistenza sui famosi drakkar, con cui solcavano temerariamente le insidiose acque del Nord Atlantico.
Molte spedizioni finirono – è vero – come incursioni contro monasteri e villaggi costieri d’Europa, ma lo scopo non era la distruzione di altre popolazioni, ma più probabilmente il commercio di beni, quali pellicce, zanne e grasso di foca.
Willerslev aggiunge: “Abbiamo trovato differenze genetiche tra diverse popolazioni vichinghe all’interno della Scandinavia, il che significa che i gruppi, nella regione, erano molto più isolati di quanto ritenuto.
Gli studiosi hanno sequenziato l’intero genoma di 442 individui, tra uomini e bambini dell’età vichinga, analizzando denti e ossa da cimiteri vichinghi.
Sono stati riconosciuti scheletri maschili provenienti da una sepoltura vichinga nelle Orcadi, in Scozia, che geneticamente non potevano definirsi vichinghi, nonostante fossero stati sepolti con spade e altri cimeli vichinghi.
La penisola scandinava, all’epoca, non aveva un nome, che venne dato più tardi.
Lo studio dimostra che i Vichinghi provenienti dalla regione occupata ora dalla Norvegia, si diffusero in Irlanda, Scozia, Islanda e Groenlandia; quelli provenienti dalla odierna Danimarca giunsero in Inghilterra; mentre i vichinghi della Svezia si spinsero in tutti i Paesi baltici.
“Abbiamo scoperto che una spedizione di gruppo poteva essere composta da un’unica famiglia, come è il caso dei quattro fratelli in Estonia, tutti morti nello stesso giorno, in un’unica barca”, dice Ashot Margaryan, docente di Genomica evolutiva del Globe Institute dell’Università di Copenaghen. “I restanti membri dell’equipaggio erano geneticamente simili, facendo presumere che provenissero tutti da uno stesso villaggio della Svezia”.
Il DNA di resti vichinghi è stato sequenziato da siti in Groenlandia, Ucraina, Regno Unito, Scandinavia, Polonia e Russia.
“Che i Vichinghi non avessero esclusive origini scandinave lo abbiamo desunto dall’analisi del loro DNA e dalle influenze genetiche riferibili all’Europa meridionale e all’Asia; cosa mai fatta prima.”, afferma il prof. Martin Sikora, del Centre for GeoGenetics dell’Università di Copenaghen. “Molti Vichinghi hanno elevati livelli di ascendenza non scandinava, sia in Scandinavia che al di fuori. E questo ipotizza un flusso genico che ha attraversato tutta l’Europa”.
L’età vichinga influenzò la mappa politica, culturale e demografica dell’Europa, con risultati riconoscibili nei cognomi e nella genetica moderna.
“Le diaspore scandinave comportarono scambi e insediamenti che vanno dal continente americano alla steppa asiatica”, sostiene l’archeologo S’ren Sindbàk, del Moesgaard Museum, in Danimarca. “Esportavano idee, tecnologie, linguaggio, credenze, sviluppando nuove strutture socio-politiche. L’identità vichinga non si limita agli individui con ascendenza genetica scandinava. I Pitti, una popolazione di lingua celtica che viveva nella Scozia orientale e settentrionale, ‘divennero’ Vichinghi senza mescolarsi geneticamente con gli scandinavi. Due scheletri delle Orcadi, sepolti con armi vichinghe in tombe vichinghe sono geneticamente simili agli attuali irlandesi e scozzesi e potrebbero mostrare i primi genomi dei Pitti mai studiati prima”.
Alla luce di quanto scoperto, secondo Willerslev, i libri di storia, dovranno essere aggiornati.