In un incontro a Pisa abbiamo fatto il punto sui nostri impegni nazionali e locali che avevamo avviato sulla base di una intesa con il ministro Orlando. All’incontro a Roma del dicembre 2013 promosso dal governo sui parchi dove dopo anni di latitanza si era tornati a discutere di aree protette e della loro crisi noi avevamo presentato importanti documenti e contributi raccolti in un Quaderno a cui seguì la proposta del ministro Orlando di istituire un Osservatorio sul Mare presso il parco di San Rossore d’intesa con la regione Toscana. Fu una significativa conferma che qualcosa era tornato finalmente a muoversi in sede ministeriale e anche un riconoscimento importante al nostro impegno che fin dall’inizio era stato rivolto principalmente al ruolo delle istituzioni in ambito ambientale e del governo del territorio.
Il ricambio al ministero non ha finora permesso né di riprendere i temi dell’incontro alla Sapienza del dicembre 2013 né quello sull’Osservatorio nonostante i guai evidenti specialmente per le aree protette marine. Anche per questo ci siamo impegnati subito per contribuire all’incontro internazionale del 14-15 novembre a Livorno sulla Carta di Livorno che riguarderà in particolare i problemi del mare su scala europea.
Cercheremo di dare una mano a Livorno come abbiamo fatto per la Carta della Certosa della Padula sui problemi in particolare del paesaggio.
Resta però l’amaro in bocca per il fatto che sia di nuovo calata la tela sul tema dei parchi come ha confermato l’indagine svolta dalla Commissione ambiente della Camera d’intesa con la commissione delle attività produttive sulla Green-Economy dove nelle oltre 80 pagine del resoconto come nell’intervento del ministro Galletti non si fa parola del ruolo delle aree protette. Eppure non pochi dei nostri parchi nazionali oltre che a corto di risorse sono ancora o senza consiglio o senza direttore e soprattutto senza piano e come tutti non devono occuparsi di paesaggio come se ci si potesse occupare d’ambiente e di natura senza mettere becco sul paesaggio. Cose di cui ovviamente si badano bene di occuparsi i senatori che dal 2011 stanno cercando di azzoppare ulteriormente la legge quadro del 91 per fortuna senza riuscirci. Ma bisogna aggiungere anche l’assenza del ministero dell’ambiente che sembra tutt’ora privo di un suo programma volto innanzitutto a creare sedi e strumenti che possano finalmente ricondurre l’impegno nazionale e regionale ad un ‘sistema’.
Noi continueremo naturalmente a fare la nostra parte non soltanto sul piano nazionale perché il panorama regionale risulta anch’esso non meno allarmante proprio perché sempre più svincolato e separato da quello nazionale tranne che per i tagli finanziari.
La nostra presenza in alcune realtà regionali particolarmente significative dal Piemonte alla Lombardia, dalle Dolomiti alla Toscana, dalle Marche al Sud conferma non solo il ruolo del Gruppo ma anche che sia pure a fatica qualcosa si sta muovendo.
Ancora troppo poco ma il pungolo può spronare anche i più riluttanti. Noi abbiamo deciso proprio per questo di convocare agli inizi del prossimo anno una conferenza nazionale per discutere ‘concretamente’ cosa dovrebbero fare le aree protette a partire dal ministero e dalle regioni.
Renzo Moschini