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Si chiude la stagione della Prestigiacomo per i bacini, i parchi e i beni comuni

Scritto da Renzo Moschini il 15.11.2011

Nel congedarsi – non rimpianta –  il ministro Prestigiacomo ha  tagliato altre risorse alle già malmesse aree protette marine. Tagli che si aggiungono a quelli delle indennità dei presidenti dei parchi nazionali. Lascia però  una bella scia di commissari a cui si era accodata poco felicemente anche qualche regione.

Le più diverse associazioni dal WWF a Legambiente alla Lipu alla associazione 394 a quella dei direttori dei parchi ( Aidap) hanno ancora una volta denunciato con forza e sdegno queste decisioni. Non abbiamo registrato invece –almeno finora- prese di posizione dei parchi e della loro associazione.
Per queste notazioni critiche mi sono  già attirato anche recentemente critiche offensive che la Prestigiacomo si sogna, ma è davvero difficile capire le ragioni di tanti e tali silenzi in un momento così critico dei nostri parchi.

Eppure stiamo per ricordare i 20 anni della legge quadro e mi pare doveroso che innanzitutto si prendano le mosse da i gravissimi dati di fatto  che nessun brindisi  o celebrazione può cancellare o nascondere.
Anche qui bisogna voltar pagina e bisogna farlo mettendo sul tavolo del nuovo governo e ministro le cose come stanno accompagnandole da precise richieste, proposte e idee che finora non abbiamo visto.
E questo compete innanzitutto -anche se non solo- ai parchi e alla loro associazione. Basta con tagli assurdi e basta con i commissariamenti che impediscono ai parchi di poter contare sulla collaborazione e l’impegno dei soggetti istituzionali  che per legge -come gli compete- devono gestire i parchi.  Dove c’è il commissario questo non è possibile perché non gli compete, come non compete ad un commissario di un comune di fare la parte del sindaco. Federparchi insomma rappresenta i parchi, non i commissari, come l’ANCI rappresenta i comuni e non i suoi commissari che lì  non possono durare fra l’altro  quanto quelli della Prestigiacomo.
E’ singolare peraltro che nel testo di legge in discussione al Senato sulla 394 tra le tante stranezze figuri anche una norma con la quale si stabilisce che Federparchi rappresenta per legge i parchi. Federparchi rappresenta i parchi, ma non per legge, ma per scelta autonoma e propria al pari delle altre associazioni istituzionali. Qualcuno forse l’ha considerato un riconoscimento importante, ma non lo è perchè mira a ad assegnare alla associazione un ruolo subalterno – quasi di dipendenza – dal ministero.
Per voltar pagina davvero bisogna ripartire da qui, da questa esigenza e capacità di interlocuzione che si è fortemente appannata.
Sarebbe bene perciò che anziché lanciar strali a chi si fa carico criticamente – e non certo per denigrare – di queste questioni si cambiasse registro con più piglio e chiarezza.
E’ il meno che si deve ad una discussione seria sui 20 anni della nostra legge quadro.
Renzo Moschini

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