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L’impatto con un asteroide (non il vulcanesimo) rese inabitabile la Terra per i dinosauri

Scritto da Leonardo Debbia il 04.08.2020

L’asteroide che colpì la Terra al largo delle coste del Messico alla fine del Cretaceo, 66 milioni di anni fa, è stato ritenuto per molto tempo il responsabile principale della scomparsa di tutte le specie di dinosauri; tranne quelle che, evolvendosi, dettero origine agli uccelli.

In seguito, a questa ipotesi se ne aggiunse una seconda che, quale causa di quell’evento di estinzione, riteneva più congrua la successione di grandi eruzioni vulcaniche che avvenne in quel periodo ed ebbe una durata di decine di migliaia di anni.

Cratere di Chicxulub (Golfo del Messico). Qui, 66 milioni di anni fa, avvenne l'impatto dell'asteroide che causò l'estinzione dei dinosauri (fonte: NASA / JPL-Caltech)

Cratere di Chicxulub (Golfo del Messico). Qui, 66 milioni di anni fa, avvenne l’impatto dell’asteroide che causò l’estinzione dei dinosauri (fonte: NASA / JPL-Caltech)

Ora, un team di ricerca composto da studiosi dei londinesi Imperial College e University College, assieme a colleghi dell’Università di Bristol, ha dimostrato che, anche in assenza dell’evento di vulcanismo estremo, l’impatto dell’asteroide da solo avrebbe potuto determinare condizioni sfavorevoli per l’esistenza dei dinosauri su tutto il nostro pianeta.

Gli studiosi britannici mostrano che, al contrario di quanto generalmente ritenuto, sul lungo periodo l’intenso vulcanismo avrebbe anzi aiutato la vita a rifiorire sulla Terra, dopo la collisione con l’asteroide.

I risultati della simulazione sono stati resi pubblici sulla rivista Atti della National Academy of Sciences.

“Mostriamo che l’asteroide ebbe un notevole impatto sugli inverni per decenni e che questi effetti ambientali decimarono gli ambienti adatti ai dinosauri. Al contrario, gli effetti delle intense eruzioni vulcaniche non furono così devastanti al punto di cancellare sostanzialmente gli ecosistemi globali”, afferma il ricercatore capo Alessandro Chiarenza, dell’Imperial College.

“Il nostro studio conferma che l’unica spiegazione possibile dell’estinzione fu il prolungamento delle stagioni invernali, che sradicarono nel tempo gli habitat dei dinosauri in tutto il mondo”.

L’impatto dell’asteroide avrebbe infatti rilasciato particelle e gas nell’atmosfera, bloccando la luce solare per anni e causando inverni permanenti. Le stesse conseguenze le dovettero avere anche le eruzioni vulcaniche, che produssero particelle e gas che sicuramente ostacolarono il passaggio della luce del Sole; e nel periodo dell’estinzione si verificarono migliaia di eventi vulcanici, confermati dalle formazioni rocciose conosciute come ‘trappole del Deccan‘, in India.

Per decidere quale dei due eventi, tra l’asteroide e il vulcanesimo, fosse stato più deleterio per il cambiamento climatico, finora i ricercatori avevano usato marcatori geologici del clima e modelli matematici.

Nel nuovo studio, questi dati sono stati integrati con informazioni sui fattori ambientali (piovosità e temperatura) più favorevoli ad alcune specie anziché ad altre, a seconda delle specie, mettendo in evidenza quali avessero potuto prosperare e quali soccombere.

Dall’esame dei dati e dalle considerazioni effettuate, ne è risultato che solo l’asteroide avrebbe potuto avere conseguenze letali comuni per tutto il pianeta, mentre il vulcanesimo avrebbe potuto lasciare potenziali habitat indenni nelle zone più vicine all’equatore.

“Per rivelare come le fluttuazioni climatiche potessero influenzare gli ecosistemi, abbiamo dato una dimensione ecologica allo studio”, afferma il dr Alex Farnsworth, dell’Università di Bristol, mentre il dr Philip Mannion, dell’University College di Londra, precisa: “Abbiamo aggiunto anche un approccio modellistico ai dati geologici e climatici, che mostra l’effetto devastante dell’impatto dell’asteroide sugli habitat globali. E particolarmente su quelli dei dinosauri”.

E’ pur vero che durante le eruzioni vulcaniche vengono rilasciate polveri e ceneri che oscurano il sole, ma a queste, con i vulcani, si aggiunge l’anidride carbonica che, se a breve termine provoca più facilmente un inverno vulcanico, sul lungo periodo, mentre polveri e ceneri si disperdono, questo gas rimane al suolo, avvolgendo la Terra.

Con il tempo, la cappa di anidride carbonica porta ad un riscaldamento del pianeta.

Dopo il rigido inverno globale iniziale causato dall’asteroide, il modello del team suggerisce che sul lungo termine il riscaldamento vulcanico avrebbe favorito il ripristino dei diversi habitat, aiutando a far prosperare nuove forme di vita.

“Le eruzioni vulcaniche dell’epoca ridussero sicuramente gli effetti sull’ambiente causati dalla caduta dell’asteroide”, conclude il dr. Chiarenza. “In particolare, le temperature salirono più rapidamente, dopo il grande freddo. Il riscaldamento indotto dai vulcani contribuì certamente a rafforzare la sopravvivenza e il recupero di animali e piante, con l’espansione di nuovi gruppi, tra cui uccelli e mammiferi”.

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