Nel modo in cui Tiziano Raffaelli è stato ricordato da colleghi, politici e associazioni ambientaliste è emerso il riconoscimento unanime non soltanto della sua competenza ma anche e forse soprattutto della sua determinazione accompagnata sempre dal costante rispetto nei confronti di chi con lui dissentiva. Sono state ricordate al riguardo, fra le molte altre, le vicende del Porto di Boccadarno pepate quanto mai ma mai trascese come oggi invece spesso accade per molto meno. Insomma determinazione ma grande equilibrio e rispettosità. Vorrei partire da qui perché c’è qui una lezione di grande attualità che sarebbe bene recuperare e alla svelta.
Infatti è proprio la politica ambientale, del governo del territorio, della gestione delle aree protette – politica nella quale Tiziano ha svolto un ruolo per molti aspetti anticipatore e nuovo anche nel contesto nazionale – che oggi appare in grande affanno.
Grandi sono le difficoltà a ripristinare – uso non a caso questo termine – quel confronto innanzitutto tra istituzioni e tra queste e quel variegato e combattivo fronte di associazioni e soggetti culturali e sociali il cui ruolo segnò profondamente in positivo l’esperienza di Tiziano, non solo al Parco.
Ecco l’attualità della lezione di Tiziano in una situazione in cui le istituzioni, e quindi la politica, uniscono una latitanza crescente e colpevole e una forte litigiosità anche in realtà come quella toscana che pure era stata appunto positivamente segnata da esperienze come quella di Tiziano.
Voglio essere chiaro. A me ad esempio riesce difficile capire come nel momento in cui si sta cercando di rimettere i beni culturali in agenda, sul fronte della tutela ambientale e dei parchi pur correlati il ministro Galletti figuri ancora tra i dispersi. E aggiungo che trovo altrettanto sconfortante che in Toscana, una regione che ha saputo avvalersi di personalità come Cederna per avviare esemplari politiche del governo del territorio anche sul piano nazionale, oggi veda dirigenti regionali e parlamentari del Pd sbeffeggiare Asor Rosa se interviene criticamente su una inadeguata gestione di realtà ambientali come quella delle Apuane o della Val d’Orcia. Per non parlare poi di assessori regionali come quello all’agricoltura che non sa fare di meglio dopo la castronerie sulla guerra di sterminio dei cinghiali che offendere a destra e a manca chi giustamente chiede alla regione meno bischerate.
Cederna e anche Tiziano furono fortunati a incappare allora in Toscana con politici e assessori più affidabili. Ma ora è da qui che bisogna ripartire per tornare – facendo tesoro della loro lezione – ad una adeguata gestione del territorio.
Renzo Moschini