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I microbi possono aiutare l’agricoltura?

Scritto da Ada Caserta il 21.02.2013

“Tutto ciò che dovete fare è rendere la vostra comunità microbica felice”, ha detto Linda Thomashow durante un incontro domenicale in occasione della riunione nazionale dell’ ‘Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza’. Il tema dell’incontro verteva su come i microbi possono aiutare il pianeta. 

Foto   Luc Viatour    www.Lucnix.be

Foto Luc Viatour www.Lucnix.be

La Thomashow, responsabile del Dipartimento di Agricoltura dell’ ‘Agricultural Research Service’ degli Stati Uniti, genetista e professore associato di Patologia vegetale presso la Washington State University, ha detto che la porta è aperta per gli scienziati, gli agricoltori e le industrie che vogliono sviluppare  delle applicazioni per creare batteri  delle radici in grado di proteggere il resto della pianta.

Da sempre la scienza si è concentrata sull’analisi del trattamento della pianta all’esterno del terreno, evitando di  considerare le radici. “A questo proposito – ha affermato la Thomashow – che si comprende meno della meccanica delle piante proprio per le difese che esse hanno nel sottosuolo”.

Negli ultimi anni, sempre secondo la Thomashow, applicazioni di biologia molecolare hanno aiutato gli scienziati a capire il funzionamento microbiotico e molecolare dei batteri della rizosfera, lo strato di terreno vicino alle radici. In particolare i ricercatori sono riusciti a capire come gli antibiotici non sono in grado di eliminare del tutto le malattie delle piante.

Le malattie infatti colpiscono tutta la pianta provocando danni per più di un miliardo di dollari l’anno, si tratta nello specifico delle radici che marciscono e della mancanza di sostanze nutritive e di acqua per le piante. Il più delle volte infatti i terreni  in questione sono sottoposti a coltivazioni intensive di grano senza pensare di piantare colture alternative che permetterebbero di far riposare il suolo così da interrompere i ‘cicli di malattia’ delle piante. 

In alcune zone  a Est di Washington, ha detto la Thomashow, le aziende agricole per decenni  hanno effettuato colture intensive di grano. Su quegli stessi suoli è stata registrata un’alta densità del batterio Pseudomonas fluorescens, un batterio in grado di produrre un composto fungicida. 

Tali batteri benefici aiutano, secondo la Thomashow, a controllare gli agenti patogeni del terreno riducendo al minimo l’utilizzo di fungicidi commerciali e di altre sostanze chimiche. Dovrebbe essere possibile ottenere risultati simili se gli scienziati, le industrie e gli agricoltori raccogliessero la sfida e iniziassero davvero a commercializzare i batteri in quanto ‘antibiotici del terreno’.

“Se si paragona con i costi di sviluppo e realizzazione  di una nuova sostanza chimica, in realtà non costa di più –  ha affermato la Thomashow – ed è un’alternativa sostenibile all’utilizzo di sostanze chimiche.”

 
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