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La fonte della giovinezza è nel sistema immunitario?

Scritto da Leonardo Debbia il 12.01.2019

Mantenere un corpo giovane anche quando si invecchia. Sarebbe l’aspirazione, il sogno di tutti gli esseri umani.

Ora, una recente ricerca del Weizmann Institute of Science, in Israele, guidata dal prof. Valery Krizhanovsky e dal dr Yossi Ovadya, del Dipartimento di Biologia cellulare e molecolare, fa sperare che questo sogno possa essere, almeno in parte, realizzabile in un prossimo futuro.

Ne dà notizia la rivista scientifica Nature Communications, che ne pubblica i risultati.

Il trattamento farmacologico elimina le cellule senescenti dai tessuti delle cavie più vecchie. La colorazione blu mostra cellule senescenti nei polmoni e nel tessuto epatico. La quantità di colorazione è significativamente ridotta dopo il trattamento farmacologico (Crediti: Weizmann Institute of Science)

Il trattamento farmacologico elimina le cellule senescenti dai tessuti delle cavie più vecchie. La colorazione blu mostra cellule senescenti nei polmoni e nel tessuto epatico. La quantità di colorazione è significativamente ridotta dopo il trattamento farmacologico (Crediti: Weizmann Institute of Science)

 

La ricerca è iniziata con un’indagine sul modo in cui il sistema immunitario è coinvolto in un’attività cruciale: l’eliminazione delle vecchie cellule che provocano problemi nel corpo in cui si vengono a formare.

Le cellule senescenti – che non sono ancora morte, ma che presentano problemi di perdita della loro funzionalità o hanno danni irreparabili – sono implicate in malattie dell’invecchiamento e provocano infiammazione.

Per la sperimentazione, i ricercatori hanno usato cavie in cui era assente un gene cruciale per svolgere questa attività immunitaria.

I corpi di cavie di due anni di età – quindi anziane – avevano un maggior accumulo di cellule senescenti rispetto a cavie in cui il gene per la rimozione delle cellule senescenti era attivo, per cui le cavie mancanti del gene mostravano segni di infiammazione cronica nell’animale, mentre diverse funzioni dei loro corpi apparivano compromesse.

Ma c’era di più. Queste cavie sembravano anche essere più anziane e morivano prima delle altre cavie in cui il gene era presente.

I ricercatori hanno allora somministrato alle cavie un farmaco che inibiva la funzione di alcune proteine che aiutano le cellule dell’invecchiamento a sopravvivere nel loro stato senescente, per osservare se questo intervento avrebbe contribuito alla rimozione delle cellule dal corpo.

In altri termini, il farmaco è stato somministrato alle cavie il cui invecchiamento era il risultato di malfunzionamenti del sistema immunitario e di quelle che presentavano un invecchiamento precoce a causa di un errore genetico diverso.

Le cavie trattate hanno risposto sorprendentemente bene al farmaco: i loro esami del sangue e i test della loro attività hanno mostrato un netto miglioramento; i loro tessuti sembravano essere divenuti più simili a quelli delle cavie più giovani.

Gli studiosi hanno scoperto che il numero di cellule senescenti rimaste nei loro corpi era diminuito notevolmente, così come il tasso di infiammazione si era notevolmente abbassato.

Forti di questo esperimento, i ricercatori israeliani intendono ora continuare a studiare i modi per spingere il corpo umano a rimuovere le vecchie cellule senescenti e in particolare per trovare i mezzi di attivazione del sistema immunitario in questo lavoro.

Se la sperimentazione futura dimostrerà che queste teorie sono corrette, suffragandole con analoghe ricerche, si potrebbe finire per dare il via a terapie che potranno veramente essere considerate ‘anti-invecchiamento’.

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