E’ stata pubblicata sulla rivista Nature una ricerca che sostiene di essere sulla buona strada per la realizzazione del vaccino influenzale universale. La ricerca è stata condotta dalla azienda farmaceutica Sanofi, a Cambridge nel Massachussets.
Le nuove nanoparticelle di proteine sono state testate finora solo sugli animali, ma sembrano essere promettenti per la realizzazione di un vaccino che non deve essere ricreato ogni anno, così come accade attualmente.
Infatti le nuove nanoparticelle richiederebbero meno aggiornamenti perché indurrebbero la produzione di anticorpi che neutralizzano una più ampia gamma di ceppi di influenza. Si ipotizza addirittura che possano proteggere contro ceppi di influenza che non sono ancora emersi.
“Questo ci sta portando sulla strada verso un vaccino universale”, ha spiegato Gary Nabel che ha guidato il lavoro nel suo ex laboratorio presso l’Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive di Bethesda, Maryland.
Le nanoparticelle possono essere assemblate senza che sia necessario crescere i virus in laboratorio: “In teoria, una nuova versione potrebbe essere prodotta rapidamente quando un nuovo virus pandemico viene identificato, o una nuova variante di stagione inizia a circolare”, spiega Sarah Gilbert, ricercatrice dell’Università di Oxford, Regno Unito, che non era coinvolta nella ricerca.
Masaru Kanekiyo, ricercatore del team, ha invece creato le nanoparticelle utilizzando l’emoagglutinina (HA), una delle principali proteine antigeniche che riveste un virus influenzale, e la ferritina, una proteina che trasporta il ferro. Il ricercatore ha fuso le due proteine. “Abbiamo creato una nuovissima molecola mai realizzata prima”, dice Nabel. “La cosa interessante è che il tutto si auto-assembla”.
La molecola è stata poi iniettata nei topi generando una produzione di anticorpi 34 volte più elevata nei topi e 10 volte più elevata nei furetti rispetto ad un vaccino tradizionale.
La molecola è stata sviluppata da un ceppo di influenza H1N1, ma sui furetti è stata efficace anche con un ceppo emerso più tardi.
Il vaccino è particolarmente efficace perchè agisce su diverse parti del virus, hanno spiegato gli esperti. “Fare pressione sulle diverse parti del virus è una buona cosa”, spiega Nabel. “Questo non succede con il vaccino tradizionale.”
I ricercatori ora hanno bisogno di testare le loro nanoparticelle sul corpo umano e sviluppare soluzioni efficienti ed economiche per la produzione. Stanno anche cercando di sviluppare vaccini contro l’HIV e il virus dell’Herpes utilizzando lo stesso approccio.