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Topi magri anche se allevati con una dieta ricca di zuccheri e grassi

Scritto da Leonardo Debbia il 16.05.2023

E’ il desiderio della maggior parte delle persone: mangiare in abbondanza e cibi ghiotti, pur restando magri e in salute.

Un team di studiosi statunitensi si è messo alacremente al lavoro per cercare di realizzare questo desiderio e pare sia riuscito nell’intento. Niente intrugli miracolosi, diete sfibranti e allenamenti massacranti; solo esaminando attentamente come opera la genetica.

I ricercatori dell’Health Science Center dell’Università del Texas, S.Antonio (UT Health S.Antonio) sono di fatto riusciti a trovare un farmaco che, assunto in piccole dosi, previene l’aumento di peso e le alterazioni epatiche per tutta la vita nei topi che seguono un’alimentazione costituita da una dieta di tipo occidentale, ricca di zuccheri e grassi.

Gli studiosi sono giunti a questa scoperta dopo diversi uni anni in cui è stata esaminata l’influenza del magnesio sul metabolismo, che si esplica attraverso la produzione e il consumo di energia delle cellule.

Questa energia, chiamata ATP (adenosina trifosfato), alimenta i processi fisiologici del corpo.

E la funzione del magnesio?

Il magnesio è il quarto elemento, in ordine d’abbondanza, presente nel nostro corpo, dopo calcio, potassio e sodio e svolge ruoli chiave per il benessere, tra cui la regolazione della glicemia, della pressione sanguigna e la formazione delle ossa.

Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che l’eccesso di magnesio rallenta la produzione di energia nei mitocondri, ossia le centrali elettriche delle cellule.

L’eliminazione di un gene, siglato MRS2, che presiede al trasporto del magnesio nei mitocondri, ha condotto ad un minore apporto di magnesio e quindi un metabolismo più efficiente degli zuccheri e dei grassi nei mitocondri, con il risultato di poter allevare cavie sane e più magre, che non presentano comunque segni di steatosi epatica e diabete di tipo 2.

Come fare per riprodurre un processo simile?

Il team di studiosi si è servito di un farmaco già esistente, il CPACC, che agisce in maniera analoga a quanto richiesto nella sperimentazione, limitando il trasporto di magnesio ai mitocondri. Anche questa volta con il risultato di cavie sane e magre.

L’assunzione di questo farmaco per un breve periodo ha fatto perdere peso alle nostre cavie”, asserisce Madesh Muniswamy, professore di medicina presso la Joe R. Teresa Lozano Long School e direttore del Center for Mitochondrial Medicine dell’UT S.Antonio, che ha condotto la sperimentazione in collaborazione con colleghi dell’Università della Pennsylvania e della Cornell University, pubblicando poi i risultati sulla rivista Cell Reports.

L’impatto prodotto da una simile notizia è stato enorme, considerando l’interesse che tutti hanno per l’argomento e le grandi aspettative.

E così, ovviamente, l’UT Health S.Antonio ha depositato una domanda di brevetto del procedimento.

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